sono passati due mesi dalla scorsa TCE. e con gli amici della Giovane Montagna abbiamo preparato un filmato-ricordo della 25a edizione.
buona visione ;-)
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mercoledì 17 giugno 2009
giovedì 9 aprile 2009
TCE - Traversata dei Colli Euganei - 5 aprile 2009 - parte III "il Racconto"
non saprei proprio da dove iniziare.
forse dal giorno prima, su e giù per i monti della Madonna e del Grande, sotto la pioggerellina fina delle 7 del mattino, ancora un po' buio, nel silenzio totale di uomini e motori, ma con un gran baccano di uccelli vivaci e chiacchieroni. e l'aria pesante, umida, con odori intensi, profumi di fiori e di fango. Tanto fango per terra e acqua che scorre a rivoli giù per la traccia dei sentieri. L'emozione e perché no quel po' di tensione per la tracciatura corretta del percorso: "un nastro qua sì che ci vuole, uno anche qua... dunque quando si sale si vede prima quel ramo, allora ne metto uno anche lì" eccetera. Le frecce tracciate con lo spray sull'asfalto bagnato e la sorpresa frammista a bestemmie nell'attimo in cui allo strattone per estrarre il nastro dallo zaino non s'è opposta resistenza: "cazzo è finito". La discesa a Teolo e la ricerca presso i pochi manovali al lavoro, ma niente "mi tocca tornare all'auto e andare in cerca di una ferramenta".
La ripartenza dalle Fiornie, col sole che spunta e l'aria che si fa via via più fresca e leggera.
Gli ultimi metri per il Groppetto e la svolta della chiesa, poi una banana sbranata al parcheggio e il pranzo veloce ma sostanzioso con mezzo pacco di pasta solo per me. wow!
o forse dovrei cominciare dall'arrivo di cristina e simone, compagni d'avventura di spiritotrail, o dal sopralluogo a Villa con il piacevolissimo incontro dei "mitici" Evelina e Fernando. o dalla cena - mamma mia che abbuffata, roba da stendere un camionista - a casa di Davide >sacco< face="Courier New">
no, no, sicuramente un racconto ben fatto dovrebbe comprendere tutto ciò che sta a monte. i mesi passati, le molte riunioni con gli amici della Giovane Montagna, le difficoltà affrontate e risolte, le piccole soddisfazione nel vedere che tanto impegno nella promozione ha portato i suoi frutti.
macché, ora cancello tutto e riparto da zero. descrivo le sensazioni di corsa. la preparazione che cresce, il ritmo nelle gambe e nella testa, i record sui percorsi d'allenamento. ma dovrei anche rendere conto di quei dolorini alle gambe, come piccoli crampi, e delle dosi massicce di noci e banane e dei massaggi miracolosi con la crema per gambe di donna. per non tralasciare infine la stanchezza del mattino alle 5 e quaranta quando sceso dal letto sento i glutei un bel po' indolenziti e penso "ma chi me l'ha fatto fare di andare a balissare il percorso?".
anzi no! è meglio partire dall'incontro coi cari amici cip e ciop, ops. Gabriele e Roberto, dalle solite quattro monade davanti alle auto e poi via, con calma, verso Villa di Teolo. e già che ci sono, a ben pensarci, potrei raccontare degli incontri e dei re-incontri durante il pre gara. mmmhh, no. impossibile, sono troppi. allora, fra tutti, potrei scegliere quei brevi frammenti trascorsi col >cesta<, Daniele, emozionato come me, se non di più: per lui era la prima volta, per me è sempre come se lo fosse. faccia al muro di pietra, affiancati, lo estraiamo dalle braghette e facciamo pipì.
sì è vero sono tante le cose, sin troppe, che sono successe.
e allora via con la corsa alle otto e zero zero. via come schegge nei primi metri d'asfalto per non rimanere intruppati, via nel primo budello fangoso col primo concorrente, Loris Fanton, già bello lontano. via sulle prime salite dove mi passa come una locomotiva il potente Mirko Righele, via con allunghi leggeri nei boschi e correre i 42 chilometri (40 per l'esattezza) da solo, sempre, solo.
questa sì che è nuova, in tanti anni non mi era mai accaduto. ogni tanto alle spalle, a qualche centinaio di metri due punti colorati: uno arancione e uno nero.
poi al 28° all'ennesima curva secca me li vedo quasi di fianco, a pochi metri, i due inseguitori. Beppe e Roberto, e di lì a poco Beppe mi passa e se ne va. Roberto invece non c'è più e così, sempre e comunque da solo concludo la corsa. un po' rallentato. con impegno sì, ma senza strafare. e dopo l'ultima salita, com'è noto, c'è l'ultima discesa, l'ultimo chilometro, l'ultima curva e...: Selena, Vico e Viola!
"eccolo che arriva", e io: "ciao piccoli". poi Ludovico che mi affianca e mi supera, parandomisi davanti (che agonista). poi però è troppo lunga fino all'arrivo e si ferma per il troppo sforzo. "torno subito", e così ho fatto: tempo di andare a registrami all'arrivo e ritorno indietro per via Groppetto dove raggiungo di nuovo Ludovico e così corriamo assieme gli ultimi metri fino al traguardo.
mi sa che è questo il momento più bello.
per la prima volta i miei bimbi ad aspettarmi all'arrivo: un passaggio di testimone ideale fra il passato e il futuro, uno sguardo in avanti, un messaggio di speranza che mi dà gioia.
---
per la cronaca:
4° classificato, col tempo ufficioso di 4h 03' 09"
un po' di foto:
daniele coco >lele< ...
francesco zanchetta >checo< ...
morosa di >sacco75< ...
rossano santi GM-Pd ...
forse dal giorno prima, su e giù per i monti della Madonna e del Grande, sotto la pioggerellina fina delle 7 del mattino, ancora un po' buio, nel silenzio totale di uomini e motori, ma con un gran baccano di uccelli vivaci e chiacchieroni. e l'aria pesante, umida, con odori intensi, profumi di fiori e di fango. Tanto fango per terra e acqua che scorre a rivoli giù per la traccia dei sentieri. L'emozione e perché no quel po' di tensione per la tracciatura corretta del percorso: "un nastro qua sì che ci vuole, uno anche qua... dunque quando si sale si vede prima quel ramo, allora ne metto uno anche lì" eccetera. Le frecce tracciate con lo spray sull'asfalto bagnato e la sorpresa frammista a bestemmie nell'attimo in cui allo strattone per estrarre il nastro dallo zaino non s'è opposta resistenza: "cazzo è finito". La discesa a Teolo e la ricerca presso i pochi manovali al lavoro, ma niente "mi tocca tornare all'auto e andare in cerca di una ferramenta".
La ripartenza dalle Fiornie, col sole che spunta e l'aria che si fa via via più fresca e leggera.
Gli ultimi metri per il Groppetto e la svolta della chiesa, poi una banana sbranata al parcheggio e il pranzo veloce ma sostanzioso con mezzo pacco di pasta solo per me. wow!
o forse dovrei cominciare dall'arrivo di cristina e simone, compagni d'avventura di spiritotrail, o dal sopralluogo a Villa con il piacevolissimo incontro dei "mitici" Evelina e Fernando. o dalla cena - mamma mia che abbuffata, roba da stendere un camionista - a casa di Davide >sacco< face="Courier New">
no, no, sicuramente un racconto ben fatto dovrebbe comprendere tutto ciò che sta a monte. i mesi passati, le molte riunioni con gli amici della Giovane Montagna, le difficoltà affrontate e risolte, le piccole soddisfazione nel vedere che tanto impegno nella promozione ha portato i suoi frutti.
macché, ora cancello tutto e riparto da zero. descrivo le sensazioni di corsa. la preparazione che cresce, il ritmo nelle gambe e nella testa, i record sui percorsi d'allenamento. ma dovrei anche rendere conto di quei dolorini alle gambe, come piccoli crampi, e delle dosi massicce di noci e banane e dei massaggi miracolosi con la crema per gambe di donna. per non tralasciare infine la stanchezza del mattino alle 5 e quaranta quando sceso dal letto sento i glutei un bel po' indolenziti e penso "ma chi me l'ha fatto fare di andare a balissare il percorso?".
anzi no! è meglio partire dall'incontro coi cari amici cip e ciop, ops. Gabriele e Roberto, dalle solite quattro monade davanti alle auto e poi via, con calma, verso Villa di Teolo. e già che ci sono, a ben pensarci, potrei raccontare degli incontri e dei re-incontri durante il pre gara. mmmhh, no. impossibile, sono troppi. allora, fra tutti, potrei scegliere quei brevi frammenti trascorsi col >cesta<, Daniele, emozionato come me, se non di più: per lui era la prima volta, per me è sempre come se lo fosse. faccia al muro di pietra, affiancati, lo estraiamo dalle braghette e facciamo pipì.
sì è vero sono tante le cose, sin troppe, che sono successe.
e allora via con la corsa alle otto e zero zero. via come schegge nei primi metri d'asfalto per non rimanere intruppati, via nel primo budello fangoso col primo concorrente, Loris Fanton, già bello lontano. via sulle prime salite dove mi passa come una locomotiva il potente Mirko Righele, via con allunghi leggeri nei boschi e correre i 42 chilometri (40 per l'esattezza) da solo, sempre, solo.
questa sì che è nuova, in tanti anni non mi era mai accaduto. ogni tanto alle spalle, a qualche centinaio di metri due punti colorati: uno arancione e uno nero.
poi al 28° all'ennesima curva secca me li vedo quasi di fianco, a pochi metri, i due inseguitori. Beppe e Roberto, e di lì a poco Beppe mi passa e se ne va. Roberto invece non c'è più e così, sempre e comunque da solo concludo la corsa. un po' rallentato. con impegno sì, ma senza strafare. e dopo l'ultima salita, com'è noto, c'è l'ultima discesa, l'ultimo chilometro, l'ultima curva e...: Selena, Vico e Viola!
"eccolo che arriva", e io: "ciao piccoli". poi Ludovico che mi affianca e mi supera, parandomisi davanti (che agonista). poi però è troppo lunga fino all'arrivo e si ferma per il troppo sforzo. "torno subito", e così ho fatto: tempo di andare a registrami all'arrivo e ritorno indietro per via Groppetto dove raggiungo di nuovo Ludovico e così corriamo assieme gli ultimi metri fino al traguardo.
mi sa che è questo il momento più bello.
per la prima volta i miei bimbi ad aspettarmi all'arrivo: un passaggio di testimone ideale fra il passato e il futuro, uno sguardo in avanti, un messaggio di speranza che mi dà gioia.
---
per la cronaca:
4° classificato, col tempo ufficioso di 4h 03' 09"
un po' di foto:
daniele coco >lele< ...
francesco zanchetta >checo< ...
morosa di >sacco75< ...
rossano santi GM-Pd ...
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martedì 7 aprile 2009
TCE - Traversata dei Colli Euganei - 5 aprile 2009 - parte II "il VIDEO"
avevo chiesto a mia moglie di venire coi bimbi ad accogliermi all'arrivo. ma anziché al traguardo me li sono trovati in via Groppetto, appena dopo l'innesto di via della Croce... quando mancavano ancora 300 velocissimi metri.
(che sia solo un assaggio di ciò che mi spetterà nel prossimo futuro?)
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mercoledì 21 gennaio 2009
25a Traversata dei Colli Euganei (TCE) - 05.04.09
sono ormai 25 anni che un bel gruppo di appassionati di montagna e di sentieri (Giovane Montagna Padova) dà vita a questa splendida manifestazione.
una corsa, o passeggiata, lunga 42 km che attraversa una buona parte del territorio del parco regionale dei gruppo di colli.
ecomaratona o trail ante-litteram la Traversata dei Colli Euganei, o più brevemente TCE, è un appuntamento fisso nel calendario delle corse in natura italiane.
info e preiscrizioni (prossimamente) >>>
descrizione del percorso >>>
mappa GPS (everytrail) >>>
profilo >>>
lunedì 26 maggio 2008
BN
ieri non ho corso causa infortunio al ginocchio-tendini.
no comment.
oggi ho ricevuto, finalmente, l'ordine d'arrivo della scorsa TCE:
http://spreadsheets.google.com/pub?key=pKj8KsbTInQazvmaCu9GDYA
no comment.
oggi ho ricevuto, finalmente, l'ordine d'arrivo della scorsa TCE:
http://spreadsheets.google.com/pub?key=pKj8KsbTInQazvmaCu9GDYA
domenica 27 aprile 2008
TCE '08
Il Mattino di Padova, venerdì 18 aprile 2008
PODISMO a cura di Gianni Biasetto
Agostino Masato e Stefania Gusella “eroi” della Traversata dei colli.
L’inclemenza del tempo no ha offuscato domenica mattina il fascino della “Traversata dei Colli Euganei”. Per i 250 impavidi che si sono misurati sui 42 chilometri del trekking più impegnativo della stagione, con un dislivello complessivo che si aggira intorno ai 2.500 metri, è stata una giornata da incorniciare. In campo maschile l’esperto Agostino Masato domenica ha messo il suo terzo sigillo alla corsa promossa dalla sezione di Padova della Giovane Montagna. ha vinto in 4h09’12” dopo una “battaglia” sui sentieri del Monte della Madonna e del Grande con Fabrizio Silvetti e Matteo Grassi, che hanno tagliato il traguardo di Villa con un ritardo dal vincitore rispettivamente di 9 e 12 minuti. Al quarto posto si è piazzato Valerio Iodice (4h27’40”) e al quinto Maurizio Cappelletto (4h29’10”). Tra le donne ha vinto Stefania Gusella in 5 ore e 6 minuti netti. Alle sue spalle con un ritardo abissale, intorno ai 28’, si è piazzata Angela Tognazzo che ha preceduto di 15” la veterana atleta vicentina Anna Marchetti.
http://www.flickr.com/photos/21273803@N03
PODISMO a cura di Gianni Biasetto
Agostino Masato e Stefania Gusella “eroi” della Traversata dei colli.
L’inclemenza del tempo no ha offuscato domenica mattina il fascino della “Traversata dei Colli Euganei”. Per i 250 impavidi che si sono misurati sui 42 chilometri del trekking più impegnativo della stagione, con un dislivello complessivo che si aggira intorno ai 2.500 metri, è stata una giornata da incorniciare. In campo maschile l’esperto Agostino Masato domenica ha messo il suo terzo sigillo alla corsa promossa dalla sezione di Padova della Giovane Montagna. ha vinto in 4h09’12” dopo una “battaglia” sui sentieri del Monte della Madonna e del Grande con Fabrizio Silvetti e Matteo Grassi, che hanno tagliato il traguardo di Villa con un ritardo dal vincitore rispettivamente di 9 e 12 minuti. Al quarto posto si è piazzato Valerio Iodice (4h27’40”) e al quinto Maurizio Cappelletto (4h29’10”). Tra le donne ha vinto Stefania Gusella in 5 ore e 6 minuti netti. Alle sue spalle con un ritardo abissale, intorno ai 28’, si è piazzata Angela Tognazzo che ha preceduto di 15” la veterana atleta vicentina Anna Marchetti.
http://www.flickr.com/photos/21273803@N03
martedì 15 aprile 2008
E infine anche il 13 aprile è arrivato. dopo mesi di crescente attesa.
Uno sguardo all’orologio e mi accorgo che sono già passate 48 ore - esatte - dal momento in cui ho tagliato il traguardo di quei 42 km con 2000 metri di dislivello.
Ma la TCE ce l’ho ancora tutta nella gambe, nei muscoli gonfi e un po’ doloranti. ce l’ho nelle palpebre pesanti e nel torpore generale che fa sembrare tutto ovattato e vagamente onirico. ce l’ho nel cuore che mi rimanda deliziosi frammenti di quegli attimi intensi.
Tutto è iniziato molto tempo fa, addirittura vent’anni, con la mia prima partecipazione, ancora adolescente - sedicenne impavido - all’esordio in maratona.
È una storia lunga e in parte già raccontata, ma è una storia che torna, che mi insegue e non mi molla più. poi, dieci anni fa, esatti, all’apice della forma, corro per la classifica e arrivo terzo. ma non solo. conosco Agostino condividendo con lui la prima metà della gara. e nel tratto finale, la sofferenza.
Già a dicembre dello scorso anno ho iniziato a pensare a questa corsa e a tutte le sfumature di ricordo e d’affezione che si trascina. e ho iniziato a trasformarla in qualcosa che va ben aldilà della competizione facendola diventare non solo una prova ma anche un atto. una dedica. ecco precisato l’obiettivo: dare il massimo per poter dedicare la mia corsa a qualcuno che non c’è più.
Ma non è stato facile. perché una serie di accidenti mi ha più volte frenato e addirittura fermato in questi quattro tormentati mesi. e così alla fine la preparazione è venuta a mancare. ma se lo sconforto faceva capolino per farmi mollare, l’idea degli amici che avevo invitato a partecipare e che avrei ritrovato, mi ha aiutato a tenere duro e a sdrammatizzare.
Domenica mattina, sotto l’ennesimo piovasco, raccolgo Mudanda e Roby a Padova ovest e faccio strada fino a Villa di Teolo. poco prima di svoltare per addentrarmi nel paese attacco le quattro frecce e Mudanda dietro fa lampeggiare gli abbaglianti e i fendinebbia. fuochi d’artificio che la dicono lunga sull’entusiasmo e la trepidazione.
Parcheggiamo che non c’è praticamente nessuno. giusto due o tre persone dell’organizzazione. così andiamo a iscriverci e ad uno ad uno li ritroviamo tutti quelli che gravitano attorno al forum di Spirito Trail e ai Trail Autogestiti: prima Krom, poi Alvise, poi i veronesi-trentini Francesco, Paolo6892, Beppe e Ganassa, poi Mario (da Adria, che guarda Mudanda e gli fa: ma tu sei quello dell’intervista?), poi i Bolognesi Niki, Leo, Ste e Donamat, poi gli alto-trevigiani Stefano Cimbro, Daniele Cesconetto e Paolo, poi in ordine sparso Checo, Roberto, Dariotartari e Leonardo il mago (da Firenze!), infine i veneziani Dartagnan (che mentre corricchio per scaldare i muscoli mi si fa incontro: “hai visto i fioi?”) Kapobecero, Robizam, Titanciano e Tetano (più tardi arrivano Distinto e Paolo da Crema. c'erano inoltre anche Riczac ed Everest8848, così, se non ho dimenticato qualcuno, eravamo in 30 !!!).
Fra battute, strette di mano e pacche sulle spalle arrivano le 8. mi sposto in prima fila giusto in tempo per sentire pronunciare “-5, 4, 3, 2, 1, via!” si abbassa il nastro e balzo subito avanti a tutti. poi, passata la strada, tiro un po’ i freni dato che non è una gara di mezzofondo. conduco il gruppo in fila nel sentiero di fango che costeggia le colline, sgranandolo già. e quando inizia la salita siamo in quattro. mi volto a guardare meglio e vedo Agostino, magro e in forma come allora, dieci anni fa, che viene su leggero. lo saluto e, subito dopo, gli domando: “ti ricordi di me?” “certo” mi risponde “gli amici non si scordano mai”. saliamo insieme senza troppa fatica e chiacchierando. e dopo dieci minuti siamo in tre. Agostino, io e il corridore anonimo alto e muscoloso coi capelli lunghi e scuri, taciturno perché impegnato all’ascolto dell’i-pod (l’unica cosa che so di lui, perché gliel’ho domandata, è che viene da Modena, mi pare di ricordare). ed è proprio lui ad imporre un po’ di agonismo alla nostra corsa rilassata. durante la scalata del Pirio, parte come una scheggia, e se ancora lo intravediamo nel tratto di cresta, lo perdiamo definitivamente di vista nella ripidissima discesa (quella con le funi tese fra gli alberi!). certo non ci preoccupiamo e, raccontandoci un po’ di cose successe in questi anni, proseguiamo nella ancor impegnativa salita che porta alla sella del Baiamonte. con la nostra calma, o meglio, con il nostro ritmo cadenzato lo riprendiamo senza forzare e siamo di nuovo tutti e tre assieme. un po’ di discesa e raggiungiamo il ristoro dove proprio lui si lamenta perché non sono pronti i bicchieri con l’acqua. “vabbè” penso io “che differenza fa?” ci lanciamo nelle vigne, nei boschetti e nelle vallette fangose, fra tratti corribili e brevi strappi che riprendono quota. ci alterniamo a fare il ritmo, quando nell’ultimo strappo che precede il monte Fasolo, quello con i gradini di terra, mi volto e vedo Ganassa che ci sta raggiungendo. da qui in poi, fino a ritoccare di nuovo la pianura, è un continuo susseguirsi di attacchi-allunghi del nostro compagno di corsa. io tengo il mio passo, Agostino il suo e così ci sfilacciamo un po’. col risultato che io e il senza nome passiamo alla mezza in coppia e subito dietro Agostino con Marco (Ganassa). sorrido ancora al ricordo di quando, appena dopo il ristoro, mi giro e urlo: “dai Ganassa, forza!” e gli faccio segno di raggiungermi. e lui, mi pare, rispondere con una smorfia divertita (ci conosciamo, da appena due ore e siamo qui a scherzare anziché darci battaglia). si riprende a salire e, io e il moro, siamo soli. passando una tenuta agricola saluto il contadino, poi indico al mio compagno di piegare a sinistra. e così mi precede risalendo la vigna, poi piega ancora a sinistra e io dietro di lui...: come un mona! perché imbocchiamo il tratturo che costeggia vigna e bosco. non ci sono segni e quando si inizia a scendere ne ho la conferma: non è il sentiero giusto. lo chiamo, si volta, gli faccio cenno di seguirmi che dobbiamo tornare indietro. stavolta è lui che mi segue. e lo riporto sul tracciato di gara. aggredisco il sentiero nel bosco: in salita, in falsopiano, ancora in salita. macino metri su metri tirando deciso. ogni tanto lancio lo sguardo in avanti alla ricerca di Agostino e Ganassa. ma devono essere parecchio avanti (avremo perso almeno 5-6 minuti), ma niente non si vedono proprio. finché, passato il bosco di castagni e le cave del Venda, vedo Marco avanti di 50 metri ed entro breve lo raggiungo. scambiamo due parole. è spiaciuto che io abbia perso tempo, ma “chi se ne frega”, dico io. poi mi confida di essere un po’ provato. allora gli consiglio di mollare un po’ e cercare di recuperare che è ancora lunga ora della fine (siamo al 26°). lo saluto e mi lancio in discesa lungo un toboga di fango liquido, scivoloso come la cera. devo ammettere che è uno spasso incredibile. anche quando si trasforma in sentiero di fango e sassi. e, anche se un po’ pericoloso, lo affronto con l’incoscienza di un ragazzino. ma non quando iniziano le rocce del ‘Sasso’, lì rallento e mi lascio superare da big-gim. che in queste discese, nonostante la stazza, va giù come uno stambecco. tanto di cappello! ma allora io gli sto alle calcagna e subito dopo il ristoro ci infiliamo dietro il guard rail dove scivoliamo in una valletta che già di suo è sempre umida e ombrosa. oggi lo è più che mai. salto il ruscello e qualche tronco ripensando a quella volta in cui ci ho portato il Mudanda (papà da un giorno): quante bestemmie! ma bando alle distrazioni, perché siamo al 30° e sono ancora in seconda posizione. non male, no? nei cambi di ritmo però mi sento sempre più lento a reagire, sempre più impastato. dopo un po’ ritrovo il ritmo e riesco a lanciare le gambe in discesa, quella che si tuffa dalla rupe di Zovon. tengo duro e vado giù come ai tempi d’oro fino al Ponte del Riposo. riprendendo a salire affiancati ci guardiamo per un attimo in faccia. chissà se ha letto la mia fatica, dopo il breve tratto d’asfalto mi rilasso un po’, così lui mi scappa e al termine della prima rampa mi è avanti trenta metri. ci si infila nel bosco e lo perdo di vista. poco importa, vado su al mio ritmo e affronto il tratto che temo di più (monte Altore). ma ce la faccio a salire discretamente. non più agilissimo è vero, ma ancora correndo, almeno fino a che non si esce dal bosco per risalire la vigna. da lì inizio ad alternare la corsa ad un buon passo veloce. così affronto senza problemi le rocce di Sant’Antonio. e, a tratti, mi sorprendo a correre deciso. ora della cima l’ho raggiunto. eccolo al ristoro. bevo anch’io e si parte in discesa. ma è evidente che ne ha di più. mi lascia praticamente sul posto. allora mi godo il sentiero, tanto per cambiare, scivoloso, e oltretutto costellato di tronchi d’albero abbattuti a sbarrare il passaggio. ce n’è uno più alto degli altri, che mi costringe a scavalcarlo con un po’ di fatica e... hai! mi parte un crampo al polpaccio. ma “niente paura” mi dico, “ormai è fatta”. così non mollo e affronto l’ultima salita senza nemmeno guardare i ristori e mantengo, un po’ a fatica, il passo di corsa. poi giù. è la volta della discesa. la conosco a memoria questa. sasso per sasso. curva per curva. e dopo il sentiero il cemento e l’asfalto, con quella rampa ripidissima e poi l’ultima curva a gomito e poco dopo s’intravede la chiesa. allora vedo mio papà che mi viene incontro applaudendo e alla curva sotto sento la voce di mia mamma. ma guardo bene e, ovviamente, non ci sono. allora entro nel cortile e mi lascio accogliere dai complimenti degli organizzatori e dalle premure delle signore del ristoro, che subito mi invitano ad assaggiare il minestrone, i panini, le uova... aspetto che torni Agostino e così ci fanno una bella foto a tutti e tre. io scherzo e dico che se non sbagliavo strada... ma non è vero perché alla fine mi ha distaccato di 12’ (e il secondo di 3’). Agostino ride e ci salutiamo. lui se ne va. e io corro (si fa per dire) all’auto dove chiamo Selena e mentre le parlo immagino Ludovico più grande, se mai lo vorrà, cimentarsi con me in questa avventura.
E da qui è ripresa la festa tra gli arrivi di Francesco, Beppe, Cesco, Checo, Krom..... (mi fermo perché l’elenco è lungo e non so l’ordine d’arrivo!), la doccia calda e il magnifico massaggio. e poi tutti a tavola a mangiare, bere e chiacchierare mentre ogni tanto... ecco Dario... ecco Mudanda... ecco Nicole... ecco...
Grazie a tutti. per il calore e lo spirito con cui avete accolto il mio invito. grazie di cuore per l’indimenticabile giornata.
link
http://www.spiritotrail.it/forum/viewtopic.php?f=2&t=4
http://krom-runner.blogspot.com/2008/04/tce.html
http://ostinatamente.blogspot.com/2008/04/traversata-colli-euganei.html
http://www.lonelyrunner.splinder.com/
Ma la TCE ce l’ho ancora tutta nella gambe, nei muscoli gonfi e un po’ doloranti. ce l’ho nelle palpebre pesanti e nel torpore generale che fa sembrare tutto ovattato e vagamente onirico. ce l’ho nel cuore che mi rimanda deliziosi frammenti di quegli attimi intensi.
Tutto è iniziato molto tempo fa, addirittura vent’anni, con la mia prima partecipazione, ancora adolescente - sedicenne impavido - all’esordio in maratona.
È una storia lunga e in parte già raccontata, ma è una storia che torna, che mi insegue e non mi molla più. poi, dieci anni fa, esatti, all’apice della forma, corro per la classifica e arrivo terzo. ma non solo. conosco Agostino condividendo con lui la prima metà della gara. e nel tratto finale, la sofferenza.
Già a dicembre dello scorso anno ho iniziato a pensare a questa corsa e a tutte le sfumature di ricordo e d’affezione che si trascina. e ho iniziato a trasformarla in qualcosa che va ben aldilà della competizione facendola diventare non solo una prova ma anche un atto. una dedica. ecco precisato l’obiettivo: dare il massimo per poter dedicare la mia corsa a qualcuno che non c’è più.
Ma non è stato facile. perché una serie di accidenti mi ha più volte frenato e addirittura fermato in questi quattro tormentati mesi. e così alla fine la preparazione è venuta a mancare. ma se lo sconforto faceva capolino per farmi mollare, l’idea degli amici che avevo invitato a partecipare e che avrei ritrovato, mi ha aiutato a tenere duro e a sdrammatizzare.
Domenica mattina, sotto l’ennesimo piovasco, raccolgo Mudanda e Roby a Padova ovest e faccio strada fino a Villa di Teolo. poco prima di svoltare per addentrarmi nel paese attacco le quattro frecce e Mudanda dietro fa lampeggiare gli abbaglianti e i fendinebbia. fuochi d’artificio che la dicono lunga sull’entusiasmo e la trepidazione.
Parcheggiamo che non c’è praticamente nessuno. giusto due o tre persone dell’organizzazione. così andiamo a iscriverci e ad uno ad uno li ritroviamo tutti quelli che gravitano attorno al forum di Spirito Trail e ai Trail Autogestiti: prima Krom, poi Alvise, poi i veronesi-trentini Francesco, Paolo6892, Beppe e Ganassa, poi Mario (da Adria, che guarda Mudanda e gli fa: ma tu sei quello dell’intervista?), poi i Bolognesi Niki, Leo, Ste e Donamat, poi gli alto-trevigiani Stefano Cimbro, Daniele Cesconetto e Paolo, poi in ordine sparso Checo, Roberto, Dariotartari e Leonardo il mago (da Firenze!), infine i veneziani Dartagnan (che mentre corricchio per scaldare i muscoli mi si fa incontro: “hai visto i fioi?”) Kapobecero, Robizam, Titanciano e Tetano (più tardi arrivano Distinto e Paolo da Crema. c'erano inoltre anche Riczac ed Everest8848, così, se non ho dimenticato qualcuno, eravamo in 30 !!!).
Fra battute, strette di mano e pacche sulle spalle arrivano le 8. mi sposto in prima fila giusto in tempo per sentire pronunciare “-5, 4, 3, 2, 1, via!” si abbassa il nastro e balzo subito avanti a tutti. poi, passata la strada, tiro un po’ i freni dato che non è una gara di mezzofondo. conduco il gruppo in fila nel sentiero di fango che costeggia le colline, sgranandolo già. e quando inizia la salita siamo in quattro. mi volto a guardare meglio e vedo Agostino, magro e in forma come allora, dieci anni fa, che viene su leggero. lo saluto e, subito dopo, gli domando: “ti ricordi di me?” “certo” mi risponde “gli amici non si scordano mai”. saliamo insieme senza troppa fatica e chiacchierando. e dopo dieci minuti siamo in tre. Agostino, io e il corridore anonimo alto e muscoloso coi capelli lunghi e scuri, taciturno perché impegnato all’ascolto dell’i-pod (l’unica cosa che so di lui, perché gliel’ho domandata, è che viene da Modena, mi pare di ricordare). ed è proprio lui ad imporre un po’ di agonismo alla nostra corsa rilassata. durante la scalata del Pirio, parte come una scheggia, e se ancora lo intravediamo nel tratto di cresta, lo perdiamo definitivamente di vista nella ripidissima discesa (quella con le funi tese fra gli alberi!). certo non ci preoccupiamo e, raccontandoci un po’ di cose successe in questi anni, proseguiamo nella ancor impegnativa salita che porta alla sella del Baiamonte. con la nostra calma, o meglio, con il nostro ritmo cadenzato lo riprendiamo senza forzare e siamo di nuovo tutti e tre assieme. un po’ di discesa e raggiungiamo il ristoro dove proprio lui si lamenta perché non sono pronti i bicchieri con l’acqua. “vabbè” penso io “che differenza fa?” ci lanciamo nelle vigne, nei boschetti e nelle vallette fangose, fra tratti corribili e brevi strappi che riprendono quota. ci alterniamo a fare il ritmo, quando nell’ultimo strappo che precede il monte Fasolo, quello con i gradini di terra, mi volto e vedo Ganassa che ci sta raggiungendo. da qui in poi, fino a ritoccare di nuovo la pianura, è un continuo susseguirsi di attacchi-allunghi del nostro compagno di corsa. io tengo il mio passo, Agostino il suo e così ci sfilacciamo un po’. col risultato che io e il senza nome passiamo alla mezza in coppia e subito dietro Agostino con Marco (Ganassa). sorrido ancora al ricordo di quando, appena dopo il ristoro, mi giro e urlo: “dai Ganassa, forza!” e gli faccio segno di raggiungermi. e lui, mi pare, rispondere con una smorfia divertita (ci conosciamo, da appena due ore e siamo qui a scherzare anziché darci battaglia). si riprende a salire e, io e il moro, siamo soli. passando una tenuta agricola saluto il contadino, poi indico al mio compagno di piegare a sinistra. e così mi precede risalendo la vigna, poi piega ancora a sinistra e io dietro di lui...: come un mona! perché imbocchiamo il tratturo che costeggia vigna e bosco. non ci sono segni e quando si inizia a scendere ne ho la conferma: non è il sentiero giusto. lo chiamo, si volta, gli faccio cenno di seguirmi che dobbiamo tornare indietro. stavolta è lui che mi segue. e lo riporto sul tracciato di gara. aggredisco il sentiero nel bosco: in salita, in falsopiano, ancora in salita. macino metri su metri tirando deciso. ogni tanto lancio lo sguardo in avanti alla ricerca di Agostino e Ganassa. ma devono essere parecchio avanti (avremo perso almeno 5-6 minuti), ma niente non si vedono proprio. finché, passato il bosco di castagni e le cave del Venda, vedo Marco avanti di 50 metri ed entro breve lo raggiungo. scambiamo due parole. è spiaciuto che io abbia perso tempo, ma “chi se ne frega”, dico io. poi mi confida di essere un po’ provato. allora gli consiglio di mollare un po’ e cercare di recuperare che è ancora lunga ora della fine (siamo al 26°). lo saluto e mi lancio in discesa lungo un toboga di fango liquido, scivoloso come la cera. devo ammettere che è uno spasso incredibile. anche quando si trasforma in sentiero di fango e sassi. e, anche se un po’ pericoloso, lo affronto con l’incoscienza di un ragazzino. ma non quando iniziano le rocce del ‘Sasso’, lì rallento e mi lascio superare da big-gim. che in queste discese, nonostante la stazza, va giù come uno stambecco. tanto di cappello! ma allora io gli sto alle calcagna e subito dopo il ristoro ci infiliamo dietro il guard rail dove scivoliamo in una valletta che già di suo è sempre umida e ombrosa. oggi lo è più che mai. salto il ruscello e qualche tronco ripensando a quella volta in cui ci ho portato il Mudanda (papà da un giorno): quante bestemmie! ma bando alle distrazioni, perché siamo al 30° e sono ancora in seconda posizione. non male, no? nei cambi di ritmo però mi sento sempre più lento a reagire, sempre più impastato. dopo un po’ ritrovo il ritmo e riesco a lanciare le gambe in discesa, quella che si tuffa dalla rupe di Zovon. tengo duro e vado giù come ai tempi d’oro fino al Ponte del Riposo. riprendendo a salire affiancati ci guardiamo per un attimo in faccia. chissà se ha letto la mia fatica, dopo il breve tratto d’asfalto mi rilasso un po’, così lui mi scappa e al termine della prima rampa mi è avanti trenta metri. ci si infila nel bosco e lo perdo di vista. poco importa, vado su al mio ritmo e affronto il tratto che temo di più (monte Altore). ma ce la faccio a salire discretamente. non più agilissimo è vero, ma ancora correndo, almeno fino a che non si esce dal bosco per risalire la vigna. da lì inizio ad alternare la corsa ad un buon passo veloce. così affronto senza problemi le rocce di Sant’Antonio. e, a tratti, mi sorprendo a correre deciso. ora della cima l’ho raggiunto. eccolo al ristoro. bevo anch’io e si parte in discesa. ma è evidente che ne ha di più. mi lascia praticamente sul posto. allora mi godo il sentiero, tanto per cambiare, scivoloso, e oltretutto costellato di tronchi d’albero abbattuti a sbarrare il passaggio. ce n’è uno più alto degli altri, che mi costringe a scavalcarlo con un po’ di fatica e... hai! mi parte un crampo al polpaccio. ma “niente paura” mi dico, “ormai è fatta”. così non mollo e affronto l’ultima salita senza nemmeno guardare i ristori e mantengo, un po’ a fatica, il passo di corsa. poi giù. è la volta della discesa. la conosco a memoria questa. sasso per sasso. curva per curva. e dopo il sentiero il cemento e l’asfalto, con quella rampa ripidissima e poi l’ultima curva a gomito e poco dopo s’intravede la chiesa. allora vedo mio papà che mi viene incontro applaudendo e alla curva sotto sento la voce di mia mamma. ma guardo bene e, ovviamente, non ci sono. allora entro nel cortile e mi lascio accogliere dai complimenti degli organizzatori e dalle premure delle signore del ristoro, che subito mi invitano ad assaggiare il minestrone, i panini, le uova... aspetto che torni Agostino e così ci fanno una bella foto a tutti e tre. io scherzo e dico che se non sbagliavo strada... ma non è vero perché alla fine mi ha distaccato di 12’ (e il secondo di 3’). Agostino ride e ci salutiamo. lui se ne va. e io corro (si fa per dire) all’auto dove chiamo Selena e mentre le parlo immagino Ludovico più grande, se mai lo vorrà, cimentarsi con me in questa avventura.
E da qui è ripresa la festa tra gli arrivi di Francesco, Beppe, Cesco, Checo, Krom..... (mi fermo perché l’elenco è lungo e non so l’ordine d’arrivo!), la doccia calda e il magnifico massaggio. e poi tutti a tavola a mangiare, bere e chiacchierare mentre ogni tanto... ecco Dario... ecco Mudanda... ecco Nicole... ecco...
Grazie a tutti. per il calore e lo spirito con cui avete accolto il mio invito. grazie di cuore per l’indimenticabile giornata.
link
http://www.spiritotrail.it/forum/viewtopic.php?f=2&t=4
http://krom-runner.blogspot.com/2008/04/tce.html
http://ostinatamente.blogspot.com/2008/04/traversata-colli-euganei.html
http://www.lonelyrunner.splinder.com/
lunedì 31 marzo 2008
Tutto quello che avreste voluto sapere sulla TCE ...
Tutto quello che avreste voluto sapere sulla TCE * ma non avete mai osato chiedere
(Everything You Always Wanted to Know About TCE * But Were Afraid to Ask)
da qualche tempo mi sono fatto promotore di questa bellissima corsa, la Traversata dei Colli Euganei, che sintetizzo con l'acronimo TCE. il mio proselitismo è talmente sfacciato che c'è chi come l'amico Mudanda l'ha ribattezzata TCEmme, e TCEmme sono diventato pure io, insomma siamo diventati una cosa sola. ma veniamo al dunque e al perché di questo post. di seguito darò indicazioni e informazioni pratiche a chi voglia partecipare alla corsa per la prima volta. o magari di invogliare a parteciparvi anche qualche indeciso. di domande in effetti in questi giorni me ne sono state rivolte parecchie. il vero runner in effetti vince qualsiasi forma di pudore quando si tratta di avere informazioni sulle corse!!!
ISCRIZIONI - ci si può iscrivere in anticipo come indicato nel volantino [LINK], ma anche la mattina stessa della corsa. c'è un leggero sovrapprezzo (10 euro anziché 8). e magari un po' di coda al tavolino delle iscrizioni. ma per questo basta arrivare qualche minuto prima. consiglio mio: intorno alle 7.
COME ARRIVARE – da Padova Ovest LINK da Padova Est LINK da Grisignano di Zocco LINK da Padova Sud LINK da Terme Euganee LINK
DOVE ALLOGGIARE - la soluzione più economica potrebbe essere l'ostello LINK ; - agriturismi e B&B: LINK, lungo la prima salita (rispettivamente a 15’-20’ dalla partenza, di corsa) in posizione isolata, immersi nel verde ma lontani dai servizi: terrebianche , terrerosse ; alberghi: - a Treponti di Teolo, Hotel Delfino Via Euganea, 3 Villa di Teolo 049-9900495, che dista circa 2 km d'auto dalla partenza (solo strada! niente marciapiedi o sentieri)- a teolo, Hotel Alla Posta 20, Via Roma 0499925877, 2 km d’auto, ma a meno di 10’ a piedi per sentiero (stradina sterrata)- sempre a teolo, Hotel Villa Mater Gratie Via Chiesa,27 Teolo 049-9925058 - villa lussana villalussana - a Teolo, ma verso Castelnuovo roccapendice pettorale e cartellino - all'iscrizione viene consegnato un pettorale col numero, di quelli da attaccare davanti alla maglietta con le spille da balia. non mi ricordo se danno anche le spille, nel dubbio è meglio portarsele con sé. insieme al pettorale va appeso anche un cartellino (di cartoncino) per la punzonatura e i controlli lungo il percorso. questo va tenuto dentro la bustina di plastica, così come viene consegnato (così non si rovina con il sudore o eventualmente con la pioggia). tanto per i controlli usano delle obliteratrici tipo ferroviere che fa il buco tanto al cartellino anche attraverso la busta.
ABBIGLIAMENTO – di solito fa caldo. quindi calzoncini e maglietta o addirittura canottiera. va tenuto presente che l’ultimo tratto viene affrontato intorno alle ore 12–13, insomma se c’è il sole come l’anno scorso... 25°!!!
SCARPE – il tracciato è in prevalenza sterrato. ci sono circa 3-4 km di asfalto, il resto sono stradine e sentieri. i sentieri sono anche molto “nervosi” con molte curve, continui cambi di pendenza, massi e boccette. sono tecnici. però il fondo è quello tipico dei colli e delle prealpi: terra, ghiaia, sassi radi. non un fondo quindi, come quello dolomitico, che ti massacra i piedi. si può tranquillamente correre con scarpe da strada. chi preferisce può usare quelle da trail.
ATTREZZATURA – oltre a quanto detto io non mi porto nient’altro. niente zaini, né borracce. niente di niente. credo che anche i bastoncini non siano utili a parte forse nell’ultima salita. quella del monte della madonna.
PARTENZA – ore 8. in linea, con pettorale e previa punzonatura del cartellino.
RISTORI – ce ne sono 7, ben forniti di acqua, tè, bibite, a volte degli integratori (ma meglio non contarci) e qualcosa da mangiare (fette biscottate, biscotti, uvette...), più qualche ristoro “volante”: un banchetto minimo con un po’ d’acqua o tè. all’arrivo naturalmente c’è il ristoro finale, di solito con: minestrone e panini (mi ricordo anche le uova sode, ma in passato).
LUNGHEZZA PERCORSO – 42 km. li ho misurati, non con il gps ma sulla carta (al computer) e mi risultano appunto 42! Sul volantino (quello ultimo che hanno stampato) l'organizzazione scrive: "i marciatori che trovassero impegnativo il percorso di km. 42 possono seguire la deviazione opportunamente indicata, percorrendo così km. 21". ALTIMETRIA – 2.000 metri di dislivello positivo dichiarati. non saprei dire se la cifra è attendibile o meno.
DESCRIZIONE – leggi Spirito Trail n.1 (disponibile dal 7 aprile ’08 su http://www.spiritotrail.it/).
DIFFICOLTA' – paragonabile a una ecomaratona tipo cimbri, forse un po’ più impegnativa proprio per la caratteristica del tracciato (tecnico e con continui cambi di pendenza) tempi di percorrenza – l’anno scorso il primo ha impiegato 3h 50’, il 10° 4h 50’. e il 10° ero io che poi ai cimbri sono arrivato 52° con un tempo più o meno uguale (ho fatto il mio esempio solo per dare un’idea, naturalmente!).
SEGNAVIA - il percorso è tracciato e segnato tutto l'anno con il segnavia "1": un triangolo con numero e bordo rossi su campo bianco (vedi immagine qui sopra!), con frecce e tabelle in legno. per l'occasione della corsa viene aggiunta della segnaletica integrativa (nastri) e vi sono delle persone lungo il percorso. comunque in certi tratti bisogna restare un po' d'attenzione e mai perdere di vista il segnavia.
TEMPO MASSIMO - 9 ore. bastano per compierla camminando, ma a buon passo.
CANCELLI - ore 12 località Fontanafredda (ca. 20 km) - ore 14.30 trattoria al Sasso (circa 29 km) CONTROLLI - a sorpresa lungo il percorso viene segnato il passaggio sul cartellino che dovrà poi essere esibito all'arrivo.
INFORMAZIONI - Giovane Montagna 049.8722868 (merc-ven. 18.30-19.30) - Sergio Pasquati 049.8096413 - Adriano Bergamo 348.8131149 - Giuseppe Maurizio 338.2694885
SERVIZI
- parcheggio, spogliatoi, wc, alla partenza;
- ambulanza, all'arrivo. medico, presso Pirio e al Sasso;
- massaggi alla partenza e a metà percorso;
- assistenza tecnica Associazione Radioamatori Italiani, Soccorso Alpino C.A.I., A.N.A., Coop. Sociale "Altri Cieli".
vi aspetto!
http://emmedicorsa.blogspot.com/2008/03/un-assaggio-di-traversata-con-mudanda.html
http://emmedicorsa.blogspot.com/2008/02/tce-traversata-dei-colli-euganei-08.html
http://emmedicorsa.blogspot.com/2008/01/24a-traversata-dei-colli-euganei-villa.html
http://emmedicorsa.blogspot.com/2007/10/traversata-dei-colli-euganei.html
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martedì 4 marzo 2008
un assaggio di Traversata - con mudanda sui Colli Euganei
gabriele, alias mudanda, è un pazzo scatenato. capace di correre ben più di 100km in una settimana e allenarsi senza tregua per oltre trenta giorni... capace di portare a termine molte fra le più importanti corse trail d'europa fra cui la straordinaria UTMB. ma tutto ciò è ancora niente rispetto a quanto ha in programma per quest'anno... (ne riparleremo!).
domenica scorsa ho avuto il piacere di accompagnarlo a correre lungo un tratto dell'altavia. sentiero di 42 km lungo cui si svolge la TCE (Traversata dei Colli Euganei, il prossimo 13 aprile).
ecco di seguito il suo resoconto.
domenica scorsa ho avuto il piacere di accompagnarlo a correre lungo un tratto dell'altavia. sentiero di 42 km lungo cui si svolge la TCE (Traversata dei Colli Euganei, il prossimo 13 aprile).
ecco di seguito il suo resoconto.
E' sabato sera. Sono padre da meno di ventiquattro ore e penso che devo subito cominciare a conciliare la mia passione per la corsa con quello che DEVO fare...e io domani DEVO essere in ospedale dalle mie piccole entro le 11:30. Un lampo...Emme un sms due tre....ok 6:20 PD ovest...30 km 1500 m D+ sui suoi colli...levataccia per rispettare gli impegni io ospedale, lui teatro con il suo piccolo. La nebbia ci avvolge ma noi alle 6:50 siamo già sulle gambe in quel di villa di Teolo pochi passi su asfalto qualche sosta "tecnica" e subito sterrato e salita. Giusto il tempo di fare due chiacchiere sui km della settimana e sui dei fiorellini fosforescenti che ricoprono i colli in questa stagione e bye bye Emme....io bisonte alpino arranco goffamente sbuffando sulla salita verso monte Venda...uff quanta fatica...e ammiro Matteo che sale agile, sembra un camoscio e penso che è proprio vero...la salita non è per tutti...ma a me piace soffrire...ogni tanto Matteo torna indietro e mi affianca orgoglioso mi illustra il panorama, mi da indicazioni sul percorso della "sua" TCE...io annuisco il fiato mi serve per sopravvivere. Arrivati alla vetta del primo colle ci fermiamo baciati da uno splendido sole ammiriamo il letto di nebbia che avvolge la pianura...noi invece siamo lì in alto sopra di noi c'è solo il cielo. E poi via per una discesa super tecnica..quasi da sky race...penso a voce alta "per forza che non diventerà mai una eco maratona" Matteo chiede "perché?"...troppo "tenica". La "sgambata" prosegue con un alternarsi di salitelle spaccagambe e discese ripide e brevi dove le gambe le recuperi solo se ti fermi..... chi si ferma è perduto no?....in qualche tratto sono da solo in altri Emme mi affianca "e quelle sono le rovine di.... e quello è un monastero di clausura..."...io penso, non parlo, "Emme ok...passa la borraccia va..." c'è persino il tempo di perdersi..sapete com'è ogni tanto a Emme scatta il cromosoma agonistico...figuratevi se gli passa a fianco uno che gli dice "sai la TCE l'ho vinta io tre anni fa"....non si è nemmeno accorto della biondina che c'era dietro...roba da perdere la stima di Roby in un secondo. Proseguiamo attraverso un castagneto secolare, ci fermiamo in un casolare per un ravit al volo e poi via verso le ultime fatiche, il programma prevedeva la salita al monte della madonna...ma il ritmo mudanda aveva colpito di nuovo, fatti due conti sui tempi abbiamo optato per assaggiare solo metà di quest'ultima asperità della TCE...ed è stato più che sufficiente...le mie gambe avevano detto stop..per cui ultima bevuta alla fontana e giù verso le macchine. Breve terzo tempo e via...11:30 ero dalla mie piccole...e speriamo di avere ancora 20 punti sulla patente. Che dire bel percorso tostissimo roba da trailer, ottimo per la preparazione di un ultratrail. Grazie Emme
mercoledì 13 febbraio 2008
TCE - traversata dei colli euganei - 08
24a traversata dei colli euganei, 13 aprile 2008,villa di teolo pd.
ecco il volantino.
vedi anche:
http://emmedicorsa.blogspot.com/2008/01/24a-traversata-dei-colli-euganei-villa.html
http://emmedicorsa.blogspot.com/2007/10/traversata-dei-colli-euganei.html
http://www.giovanemontagna.org/sezione_pag.asp?id=94&sezione=Padova
ecco il volantino.
vedi anche:
http://emmedicorsa.blogspot.com/2008/01/24a-traversata-dei-colli-euganei-villa.html
http://emmedicorsa.blogspot.com/2007/10/traversata-dei-colli-euganei.html
http://www.giovanemontagna.org/sezione_pag.asp?id=94&sezione=Padova
mercoledì 16 gennaio 2008
24a traversata dei colli euganei - villa di teolo, pd 13-04-2008
ma finalmente ieri sera, dopo l'ennesima ricerca www, ho avuto la conferma: anche quest'anno si svolgerà, regolarmente, la traversata dei colli euganei.
ecomaratona ante litteram, nasce nel 1984, quindi 24 anni fa. alla prima edizione, credo, fossero in 10 i partenti, o giù di lì. ma già alla fine degli anni '80 era diventata famosa e si ricordano ancora le edizioni con il fortissimo norberto salmaso, con l'ultramaratoneta casimiro marangotto, con il giovanissimo valter belluco e con, all'epoca già canuto, il 'mitico' babbolin. io, 'bocia', li ammiravo come dei supereroi... e in effetti erano dei pionieri, qui da noi, di una discplina che oggi è diventata famosa e viene chiamata: trailrunning.
così anche quest'anno, giunta alla 24a edizione, la traversata resiste a una situazione particolare in cui a fronte della grande crescita della corsa e della corsa trail in particolare, tante manifestazioni storiche e, considerate ahimè minori, vengono abbandonate a favore di altre più fortunate e che, incredibilmente, registrano record su record di iscrizioni. comunque sia anche quest'anno ci sarà e si svolgerà, come di consueto, a metà aprile. e io, nel mio piccolo, mi sono ripromesso di fare il possibile per pubblicizzarla e per portare numerosi corridori a parteciparvi. e una volta provata il gioco è fatto, come si può non apprezzare la sua straordinaria bellezza, quel raro e felice connubio di qualità ambientali, di percorso e organizzative?
l'ambiente è quello dei colli euganei, per la precisione del parco regionale dei colli euganei:
Istituito con L. R. 10.10.1989 n.38, il Parco comprende, totalmente o in parte, 15 Comuni e si estende per 18.694 ettari. Sono presenti i maggiori rilievi collinari della Pianura Padana che si ergono, nettamente isolati, a sud-ovest di Padova (la massima elevazione, il Monte Venda, raggiunge quota 601 m).La particolare ubicazione e genesi vulcanica, i diversi orizzonti climatici, la presenza attiva dell'uomo fin dai tempi più remoti, rendono il Parco unico per le sue ricchezze naturali, paesaggistiche, ambientali, culturali ed artistiche.[ente parco, foto]
insomma abbiamo a che fare con un ambiente e un paesaggio veramente unici.la forma conica dei verdi rilievi (sono 103, nella toponomastica, i 'monti'), gli inserti di rocce affioranti (filoni trachitici), i vasti boschi (castagno, roverella e robinia), i prati, le vigne e gli oliveti (zona di vini doc e con produttori d'eccellenza), la vegetazione ricchissima e i fiori (orchidee, opunzie, ginestre), i piccoli centri abitati, i monasteri e i luoghi di culto, del passato e del presente, le ville e i castelli...
il percorso ha il merito di far compiere, nei limiti dettati dalla lunghezza, un giro in senso orario intorno al massiccio centrale dei colli, toccando anche altri nuclei collinari a sud, a ovest e a nord. in più, oltre ad offrire la possibilità di un'ampia ricognizione panoramica del paesaggio collinare e della pianura circostante, permette di attraversare habitat diversi e di "assaggiare" un po' di quella varietà che ho tentato vanamente di descrivere.
si tratta, a detta degli organizzatori, di 42 km che si snodano prevalentemente lungo sentieri e strade sterrate. il tracciato ha subito delle varianti e in particolare è stato, sul finire degli anni '90, anche allungato. non si sa quindi quanto precisa sia la misurazione della distanza, ma poco importa, sta di fatto che i tempi dei 'primi' si aggirano intorno alle 4 ore (a volte anche meno) mentre il tempo medio di percorrenza è 5-6 ore. camminando di buon passo può essere compiuto in 9 ore (che, salvo diverse indicazioni dall'organizzazione, è il tempo limite). ma, cosa assolutamente da non trascurare, è la sua altimetria. infatti nonostante l'altezza massima dei colli sfiori appena i 600 m s.l.m., l'altavia presenta un dislivello positivo totale di 2000 metri (anche qui si tratta di misurazioni ufficiose, risalenti ad un'era pre-garmin, ma a detta delle gambe i 2000 D+ ci sono tutti, anzi non mi stupirei che fossero anche un 10% in più). ma ciò che è bello è come sono distribuiti questi metri di salita e di discesa, con un andamento che potrebbe essere sintetizzato in tre grandi su e giù, all'interno dei quali però si hanno spesso variazioni di pendenza, brevi discese in salita e viceversa.
un po' per il paesaggio, quindi, un po' per l'ambiente, ma anche un po' per il tracciato, sui colli euganei è impossibile annoiarsi, non c'è mai monotonia di percorso, si è costantemente stimolati e sollecitati da un incessante susseguirsi di episodi e novità. capita di attraversare luoghi particolari come la risalita delle rocce del pirio e la sua discesa vertiginosa (assolutamente non pericolosa, ma di una ripidità incredibile), o come l'eremo di monte rua e la villa beatrice, o come il castagneto secolare, millenario, o ancora come le rocce 'al sasso' e la natura morsa, eterodonta, delle cave di zovon, oppure come la cappelletta di sant'antonio abate (detto porcelletto per via del rimedio al fuoco di sant'antonio) e, infine, l'apparizione della madonna (che quasi a tutti capita, credetemi) durante l'ultima, improba, ascesa all'omonimo monte...
ah, dimenticavo. c'è la possibilità di 'tagliare' il percorso e quindi compiere 21 km.
l'organizzazione è di tipo 'familiare', coordinata da un gruppo di appassionati amanti dei 'nostri' colli (giovane montagna, sezione di padova). lo spirito della manifestazione è squisitamente non-competitivo, nel senso che prima di tutto ci si trova per correre, per divertirsi e per apprezzare le meraviglie che si incontrano. questo però non impedisce di far apprezzare anche il valore dei diversi atleti e la qualità della loro prestazione.così si parte tutti insieme alle 8 in punto con tanto di sparo di pistola, muniti di pettorale e di cartellino per i vari controlli lungo il percorso. lungo il quale, faccio un breve inciso, ci sono numerosissimi ristori (li ho sempre trovati sovrabbondanti) alcuni dei quali 'volanti', giusto per un bicchiere d'acqua, di tè o due uvette a metà salita, altri invece ricchissimi di bevande e cibi solidi. beh, per concludere, all'arrivo viene poi registrato il tempo di percorrenza che viene riportato sul diploma di partecipazione stampato in tempo reale. viene redatta anche una classifica assolutamente informale quindi senza premi né riconoscimenti. però dalle nostre parti fa sempre un cero effetto sentir dire - faccio un esempio - sai quello è arrivato 3° alla traversata de colli. azz...!!!
l'organizzazione è di tipo 'familiare', coordinata da un gruppo di appassionati amanti dei 'nostri' colli (giovane montagna, sezione di padova). lo spirito della manifestazione è squisitamente non-competitivo, nel senso che prima di tutto ci si trova per correre, per divertirsi e per apprezzare le meraviglie che si incontrano. questo però non impedisce di far apprezzare anche il valore dei diversi atleti e la qualità della loro prestazione.così si parte tutti insieme alle 8 in punto con tanto di sparo di pistola, muniti di pettorale e di cartellino per i vari controlli lungo il percorso. lungo il quale, faccio un breve inciso, ci sono numerosissimi ristori (li ho sempre trovati sovrabbondanti) alcuni dei quali 'volanti', giusto per un bicchiere d'acqua, di tè o due uvette a metà salita, altri invece ricchissimi di bevande e cibi solidi. beh, per concludere, all'arrivo viene poi registrato il tempo di percorrenza che viene riportato sul diploma di partecipazione stampato in tempo reale. viene redatta anche una classifica assolutamente informale quindi senza premi né riconoscimenti. però dalle nostre parti fa sempre un cero effetto sentir dire - faccio un esempio - sai quello è arrivato 3° alla traversata de colli. azz...!!!
una nota a parte la merita il ristoro finale fornito di panini, uova sode e minestrone... dove ci si trova magari seduti su un muretto a mangiare e a ripercorrere mentalmente la grande fatica appena conclusa. il costo di iscrizione si aggira intorno agli 8-10 euro - per lo meno l'anno scorso.
un sito specificamente dedicato a questa corsa non c'è. e non fa nemmeno parte di calendari trail, eco o pincopallino. fa parte delle manifestazioni fiasp ivv ed è ovviamente inserita nel calendario della Giovane Montagna sez. di Pd per l'anno in corso. va precisato che per ora, 16 gennaio 2008, sul sito della GM è ancora pubblicato il volantino dell'edizione precedente, che può costituire comunque un primo punto di riferimento ma non deve ingannare rispetto alle date o altro. [sito GM]
la traversata è stata la mia prima corsa importante, la mia prima maratona... insomma è po' il mio primo amore. [racconto]
un sito specificamente dedicato a questa corsa non c'è. e non fa nemmeno parte di calendari trail, eco o pincopallino. fa parte delle manifestazioni fiasp ivv ed è ovviamente inserita nel calendario della Giovane Montagna sez. di Pd per l'anno in corso. va precisato che per ora, 16 gennaio 2008, sul sito della GM è ancora pubblicato il volantino dell'edizione precedente, che può costituire comunque un primo punto di riferimento ma non deve ingannare rispetto alle date o altro. [sito GM]
la traversata è stata la mia prima corsa importante, la mia prima maratona... insomma è po' il mio primo amore. [racconto]
lunedì 15 ottobre 2007
traversata dei colli euganei
la traversata dei colli euganei, altavia n.1, per me è sempre la corsa più bella.
la prima volta nell'88 avevo 16 anni: non sapevo nemmeno cosa volesse dire correre 42 km né tanto meno affrontare 2000 metri di dislivello. ci misi 5h.
l'anno dopo corsi con mio fratello (maggiore) che mi aiutò ad affrontare gli ultimi dolorosissimi chilometri. tagliammo il traguardo tenendoci per mano. avevo i crampi e correvo zoppicando.
quell'anno c'era anche la tv locale che naturalmente ci riprese (eravamo nei primi 20 con un tempo di circa 4h). il servizio televisivo, di bassissimo profilo, accompagnava le nostre immagini di ragazzi quasi uguali (con le divise gialle-oro, simili per statura e corporatura, lo stesso taglio di capelli a spazzola) a una sdolcinata canzone di minghi e mietta (sic!). il papà era fiero e la mamma si commoveva ogni volta che ne parlava, anche a distanza di anni. l'anno dopo lasciai mio fratello in crisi al 30° km. affrontai l'ultima salita con grinta, quasi con cattiveria, staccando il nostro allenatore e superando qualche atleta affaticato, fra cui il mitico 'nasone' (lo chiamava così la mia mamma) che mi aveva irriso: "sei troppo giovane" (ancora una volta nei primi venti con un tempo sotto le 4 ore).
poi l'abbandono della corsa. e nel '96, senza il minimo allenamento, tornai alla traversata. dopo 5h 30’ tagliai il traguardo con gran soddisfazione. capii che il piazzamento e il valore cronometrico sono solo un orpello di ciò che può darti una grande fatica come quella.
nel gennaio ’97 decisi di riprendere a correre (ricordo ancora la prima uscita di circa 5km). ad aprile ero alla traversata e fu un vero divertimento: corsi una buona parte dell'altavia in compagnia di un gruppetto di corridori (4-5?) di discreto livello fra cui, ancora una volta, il mitico ‘nasone’. fui 10° con 4h circa (nel frattempo il percorso era stato modificato e anche allungato). nel ’98 mi presentai con l’intenzione di fare bene. da subito in testa con belluco e magarotto poi al loro inseguimento con masato, poi, persi di vista i primi due e staccato il compagno, solo ad affrontare una crisi. affrontai i chilometri più duri, il monte della madonna, camminando, con mio fratello, che mi incoraggiava e che a un certo punto si cambiò e indossate scarpe e pantaloncini mi affiancò durante l’ultima salita lanciandomi poi in discesa verso il traguardo (3°, 3h 49’).
nel 2000 ancora un abbandono della corsa (la laurea, il lavoro, la casa, il matrimonio, un figlio) fino all’agosto del 2005.
nel 2007, quest’anno, sono tornato alla traversata.
emozionantissimo ho corso a più non posso, senza misura, senza testa. e anche in quest’occasione mi sono trovato solo e in crisi di fame. al 20° avevo avuto qualche segnale, ma l’ho ignorato, così che dal 25° non riuscivo più a correre, nemmeno in pianura. ho mangiato fette biscottate (per fortuna che c’era il tè per poterle ingerire!) e addirittura una pesantissima merendina, tipo saccottino, ripiena di crema al cioccolato (!). di qui la ripresa. nulla di straordinario o di epico, ma una buona salita (il famoso monte della madonna) e un buon recupero di altri atleti provati dalla fatica (almeno 4) sia in salita che in discesa. l’ultimo ce l’avevo nel mirino a 200-300 metri dal traguardo. l’avevo ormai raggiunto, mancavano sì e no 20 metri. andavo decisamente più veloce, ma a un certo punto, si gira e si mette a correre più in fretta che può: tranquillo non ti vengo a prendere non te lo meriteresti. e poi che me ne importa. quel che conta è passar sotto il traguardo, quest’anno con un sapore particolare quello di avere affrontato e vinto una crisi vera (il 10° posto conta molto meno).
la prima volta nell'88 avevo 16 anni: non sapevo nemmeno cosa volesse dire correre 42 km né tanto meno affrontare 2000 metri di dislivello. ci misi 5h.
l'anno dopo corsi con mio fratello (maggiore) che mi aiutò ad affrontare gli ultimi dolorosissimi chilometri. tagliammo il traguardo tenendoci per mano. avevo i crampi e correvo zoppicando.
quell'anno c'era anche la tv locale che naturalmente ci riprese (eravamo nei primi 20 con un tempo di circa 4h). il servizio televisivo, di bassissimo profilo, accompagnava le nostre immagini di ragazzi quasi uguali (con le divise gialle-oro, simili per statura e corporatura, lo stesso taglio di capelli a spazzola) a una sdolcinata canzone di minghi e mietta (sic!). il papà era fiero e la mamma si commoveva ogni volta che ne parlava, anche a distanza di anni. l'anno dopo lasciai mio fratello in crisi al 30° km. affrontai l'ultima salita con grinta, quasi con cattiveria, staccando il nostro allenatore e superando qualche atleta affaticato, fra cui il mitico 'nasone' (lo chiamava così la mia mamma) che mi aveva irriso: "sei troppo giovane" (ancora una volta nei primi venti con un tempo sotto le 4 ore).
poi l'abbandono della corsa. e nel '96, senza il minimo allenamento, tornai alla traversata. dopo 5h 30’ tagliai il traguardo con gran soddisfazione. capii che il piazzamento e il valore cronometrico sono solo un orpello di ciò che può darti una grande fatica come quella.
nel gennaio ’97 decisi di riprendere a correre (ricordo ancora la prima uscita di circa 5km). ad aprile ero alla traversata e fu un vero divertimento: corsi una buona parte dell'altavia in compagnia di un gruppetto di corridori (4-5?) di discreto livello fra cui, ancora una volta, il mitico ‘nasone’. fui 10° con 4h circa (nel frattempo il percorso era stato modificato e anche allungato). nel ’98 mi presentai con l’intenzione di fare bene. da subito in testa con belluco e magarotto poi al loro inseguimento con masato, poi, persi di vista i primi due e staccato il compagno, solo ad affrontare una crisi. affrontai i chilometri più duri, il monte della madonna, camminando, con mio fratello, che mi incoraggiava e che a un certo punto si cambiò e indossate scarpe e pantaloncini mi affiancò durante l’ultima salita lanciandomi poi in discesa verso il traguardo (3°, 3h 49’).
nel 2000 ancora un abbandono della corsa (la laurea, il lavoro, la casa, il matrimonio, un figlio) fino all’agosto del 2005.
nel 2007, quest’anno, sono tornato alla traversata.
emozionantissimo ho corso a più non posso, senza misura, senza testa. e anche in quest’occasione mi sono trovato solo e in crisi di fame. al 20° avevo avuto qualche segnale, ma l’ho ignorato, così che dal 25° non riuscivo più a correre, nemmeno in pianura. ho mangiato fette biscottate (per fortuna che c’era il tè per poterle ingerire!) e addirittura una pesantissima merendina, tipo saccottino, ripiena di crema al cioccolato (!). di qui la ripresa. nulla di straordinario o di epico, ma una buona salita (il famoso monte della madonna) e un buon recupero di altri atleti provati dalla fatica (almeno 4) sia in salita che in discesa. l’ultimo ce l’avevo nel mirino a 200-300 metri dal traguardo. l’avevo ormai raggiunto, mancavano sì e no 20 metri. andavo decisamente più veloce, ma a un certo punto, si gira e si mette a correre più in fretta che può: tranquillo non ti vengo a prendere non te lo meriteresti. e poi che me ne importa. quel che conta è passar sotto il traguardo, quest’anno con un sapore particolare quello di avere affrontato e vinto una crisi vera (il 10° posto conta molto meno).
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