domenica 28 ottobre 2007

correre per correre? non solo!

un'intervista su nati per correre mi ha fatto tornare in mente quella volta che, per ammirare le tre cime, sono inciampato in un sasso e planato rovinosamente sul sentiero.
ma quella volta ero in gara e stavo correndo a tutta.
comunque sì sono d'accordo: bisogna guardare dove si mettono i piedi, in particolare quando si è a ritmi elevati o quando si è stanchi.
se non si è in gara però ogni corsa è un'occasione buona per vedere, ammirare o scoprire qualcosa.
il mio obiettivo spesso, nelle uscite in montgna, è guadagnare un panorama: la vista della laguna, della pianura oppure di un carosello di cime... siete mai stati sul grappa sopra a possagno a guardare giù il cerchio perfetto del pantheon canoviano?
correre da soli però è anche una splendida occasione per avvistare e talvolta sorprendere gli animali selvatici.
quando corro infatti sono silenzioso, ho il respiro e il passo leggeri, e avanzo abbastanza veloce per non farmi scoprire, se non all'ultimo.
quando correvo sugli argini del bacchiglione e del tesina erano le lepri e i fagiani (cuccioli compresi) a scappare impauriti dall'erba alta ai bordi del percorso, il loro battito forte delle ali, così improvviso, ogni volta mi spaventava un po'. sul montello ho incontrato scoiattoli e poiane. sugli euganei per ora solo poiane e serpenti oltre a qualche deficiente in motocross (forse non annoverabile tra le bestie selvagge). in montagna, oltre agli scoiattoli, ho avvistato caprioli e camosci, anche molto vicini, e, siccome sono un po' fortunato, una volta ho stanato un gallo cedrone. un'altra volta invece...
era tardo pomeriggio e aveva appena smesso di piovere in un pomeriggio di fine giugno. nel bosco l'unico rumore erano le gocce d'acqua che cadevano dagli alberi. esco dal sentiero e prendo la strada forestale che piega dietro il costone di roccia dietro la montagna. appena svolto vedo davanti a me che corricchia una bestia col pelo arruffato, le orecchie e la coda grandi: una volpe!
ne avevo già viste, ma questa è più grande (sarà perché è di montagna?) e comunque non si è accorta di me. andiamo avanti insieme, pianino, anzi io mantengo un po' la distanza, non si sa mai. dopo qualche minuto e parecchi metri percorsi però un rametto si spezza sotto il mio peso. lei si gira di scatto, mi lancia un'occhiataccia e poi, con un unico balzo, scompare oltre l'erba giù a capofitto nel bosco.
gli incontri insoliti, però, posso riguardare anche altri generi.
mentre risalgo a bajamonte dalle cave del venda, su per quel sentiero di sassi, così umidi ieri e scivolosi, alzo un'attimo la testa per asciugarmi il sudore. eccolo lì. sembra uno di quelli del legno perché è proprio incastrato sotto un tronco. invece è un porcino, sodo e intatto. lo stacco e me lo lego in vita grazie alla manglia a manica lunga che alla fine avevo tolto.
poi giù in discesa per sentieri perché non si sa mai che non vengano a multare proprio me per un fungo (mentre la fanno franca bracconieri, abusi edilizi e motocross).
poi, a casa, apro la borsa davanti a moglie e figlio facendo un po' di scena: ta-daa!
uau, un porcino papà!
così oggi, dopo essere andati al parco di san giuliano a veder passare la venicemarathon, tornati a casa, ci siamo fatti un risottino.

lunedì 22 ottobre 2007

corsa solitaria di mezz’autunno

sono le 8 di mattina e il termometro dell’auto oscilla intorno allo 0. fresco per essere ancora ottobre. l’aria è pulita e il sole inizia a dare vita ai colori dell’autunno.
vedo una chiesetta neoclassica sulla destra e sulla sinistra un parcheggio. è la chiesa della madonna del caravaggio nella frazione san vito di valdobbiadene (tv). mi tolgo un po’ di strati, do un’ultima occhiata alla guida.
inizio a correre piano per scaldarmi. tengo le mani coperte dalle maniche lunghe della maglia alla ricerca del sentiero. proseguo lungo la strada provinciale e trovo la chiesa principale di san vito e quindi il sentiero 1012. siamo a quota 229 m s.l.m.
inizio a salire nel bosco lungo stradine di sassi, o di cemento, poi lungo sentieri e prati.
già alla prima tappa, monte perlo q. 610, il panorama è mozzafiato con l’aria così tersa e la luce ancora radente del mattino. il piave, il montello, i colli asolani, a destra il grappa con alano, schievenin e quero, sullo sfondo i colli euganei e i colli berici... la laguna. un sospiro e poi di nuovo a salire per sentieri, tra foglie morte, castagne, funghi e sorprendenti fiori colorati di rosa, lilla e giallo. si sale ancora, su dritti per i prati lungo il crinale della montagna, poi ancora bosco fino a lavel bass q. 1363. vedo con sorpresa un altro corridore davanti a me, lo raggiungo e scambio qualche parola, gli chiedo anche indicazioni per la meta. percorriamo insieme un sentiero che taglia in costa la montagna raggiungendo una sella da cui si vede la cima con la croce. il runner mi indica la via. poi ci salutiamo. aggiro una ‘posa’ (o ‘lama’ = lo specchio d’acqua circolare dei pascoli pedemontani) e corro in compagnia di un gruppo di vacche un po’ scosse dalla mia presenza. poi loro scendono lungo il prato e mi lasciano libero il passaggio fino alla prossima sella. ho traversato monte barbaria q. 1464 e vedo davanti a me le costruzioni di malga mariech, che vado a raggiungere. piego allora a sinistra a risalire il crinale di monte mariech q. 1502, quindi dopo una leggera discesa, aggiro l'ennesima lama e su per il prato alla cima del cesen q. 1570.
il panorama spazia a 360° dalle dolomiti bellunesi e il lagorai alla fascia pedemontana, delle colline fino alla pianura e alla laguna. fa freddo però.
scendo a malga mariech e mi rifocillo con un po’ d’acqua e due fette di pane: che buono!
poi giù a ritroso per prati e boschi, fino a calare sui tetti delle case e riaddentrarsi nelle vie. infine all’auto dopo tre ore circa di corsa solitaria.

mercoledì 17 ottobre 2007

di nuovo a 4' !!!

l'ho sempre considerata una soglia. una specie di impalpabile ma rigoroso discrimine fra la 'corsa' e il 'dopolavoro'.
è chiaro che ognuno ha i propri riferimenti e limiti, ma per me andare a 15km/h ha sempre significato: correre.
pur non essendo mai stato particolarmente veloce (prediligendo la resistenza, le distanze medio-lunghe e i tracciati impegnativi) quando mi allenavo con continuità (nel '99) riuscivo a correre a 3'30" in gara e a 3'51" in maratona.
ma da quando ho ripreso a correre (nel '05) dato il poco allenamento e forse la scarsa motivazione agonistica non mi sono mai minimamente avvicinato a quella soglia.
in queste ultime settimane ho corso di più (a settembre ho fatto 195km) e già un paio di volte queste ultime mattine, nonostante gli occhi ancora appiccicati dal sonno, ho affrontato il circuito abituale con una media di 4'15". però! mi sono detto.
domenica 14 c'è stata la maratonina di musano (treviso).
musano è un po' il mio paese d'adozione avendo trovato moglie proprio lì, essendoci vissuto un po' e trascorrendovi spesso il finesettimana.
ho deciso di correrla e nonostante un po' di affaticamento muscolare volevo provare a tenere il ritmo: 4'15"-4'20".
parto davanti ma non troppo e, senza farmi prendere dalla follia di stare con i primi, i primi 2 km li passo a superare, fra l'altro una bellissima ragazza bionda. guardo l'orologio: 7'45".
c...o forse sto esagerando? ma no! e proseguo tranquillo sui 3'50"-3'55". corro in compagnia di altri 2 poi 3. andiamo via insieme a ritmo costante fino al 15°. poi uno aumenta, gli altri rispondo e io, che avevo tirato il grupprtto anche con vento contro, mi sento un po' affaticato e li lascio andare. non crollo però e chiudo in 1h23'52", che vuol dire 3'58".
finalmente ho ripreso a correre.

martedì 16 ottobre 2007

ecomaratona dei cimbri 07

Ho corso per la prima volta l'ecomaratona dei Cimbri in questa 4a edizione 2007.
Nonostante il mio allenamento non fosse al massimo mi sono presentato il 26 settembre a Fregona con buone sensazioni. Avevo testato infatti una discreta facilità di corsa in salita le settimane precedenti la gara, anche se forse non avevo lavorato abbastanza sulla distanza percorrendo al massimo 25 km collinari con 800 mt di dislivello.
Fatto sta che ho iniziato la corsa cimbra con un buon passo transitando al Pizzoc in 1h e 32'. Però proprio mentre scollinavo ho sentito le gambe indurirsi. Pensavo di rilassarmi correndo il falsopiano in discesa che in teoria mi aspettava per i prossimi 10 km. E invece sono stato sorpreso da un susseguirsi di sentieri tutt'altro che riposanti lungo i quali mi sono visto passare da numerosi corridori evidentemente più freschi di me. Nel breve tratto di strada forestale con fondo liscio e brecciatino mi sono lanciato allungando il passo, recuperando convinzione e anche alcune posizioni. Ma la discesa a Campon e il resto del percorso mi hanno definitivamente indurito le gambe. Nell'ultima salita mi sono difeso, ma la discesa di 9 km è stata un calvario: le gambe non giravano più e tutto il carico mi gravava sulla schiena portandomi ad avere anche un indolenzimento in zona lombare. Con grande sorpresa, e un pizzico di delusione forse, ho poi sentito le gambe rilanciarsi nell'ultimo tratto di discesa decisamente più facile. Alla fine ho concluso in 4h e 45'.
Non sono nuovo alla corsa in montagna eppure mi sono lasciato sorprendere da un tracciato evidentemente più impegnativo di quanto non si mostrasse sulla carta. La prossima volta mi presenterò con più fondo e più preparato nei saliscendi tecnici. Ma soprattutto non mi spremerò troppo nella scalata del Pizzoc tenendomi una scorta di energie per il resto, perché, come ho imparato, la gara è lunga e si gioca anche in discesa.
Cosa ne dite?

lunedì 15 ottobre 2007

traversata dei colli euganei

la traversata dei colli euganei, altavia n.1, per me è sempre la corsa più bella.
la prima volta nell'88 avevo 16 anni: non sapevo nemmeno cosa volesse dire correre 42 km né tanto meno affrontare 2000 metri di dislivello. ci misi 5h.
l'anno dopo corsi con mio fratello (maggiore) che mi aiutò ad affrontare gli ultimi dolorosissimi chilometri. tagliammo il traguardo tenendoci per mano. avevo i crampi e correvo zoppicando.
quell'anno c'era anche la tv locale che naturalmente ci riprese (eravamo nei primi 20 con un tempo di circa 4h). il servizio televisivo, di bassissimo profilo, accompagnava le nostre immagini di ragazzi quasi uguali (con le divise gialle-oro, simili per statura e corporatura, lo stesso taglio di capelli a spazzola) a una sdolcinata canzone di minghi e mietta (sic!). il papà era fiero e la mamma si commoveva ogni volta che ne parlava, anche a distanza di anni. l'anno dopo lasciai mio fratello in crisi al 30° km. affrontai l'ultima salita con grinta, quasi con cattiveria, staccando il nostro allenatore e superando qualche atleta affaticato, fra cui il mitico 'nasone' (lo chiamava così la mia mamma) che mi aveva irriso: "sei troppo giovane" (ancora una volta nei primi venti con un tempo sotto le 4 ore).
poi l'abbandono della corsa. e nel '96, senza il minimo allenamento, tornai alla traversata. dopo 5h 30’ tagliai il traguardo con gran soddisfazione. capii che il piazzamento e il valore cronometrico sono solo un orpello di ciò che può darti una grande fatica come quella.
nel gennaio ’97 decisi di riprendere a correre (ricordo ancora la prima uscita di circa 5km). ad aprile ero alla traversata e fu un vero divertimento: corsi una buona parte dell'altavia in compagnia di un gruppetto di corridori (4-5?) di discreto livello fra cui, ancora una volta, il mitico ‘nasone’. fui 10° con 4h circa (nel frattempo il percorso era stato modificato e anche allungato). nel ’98 mi presentai con l’intenzione di fare bene. da subito in testa con belluco e magarotto poi al loro inseguimento con masato, poi, persi di vista i primi due e staccato il compagno, solo ad affrontare una crisi. affrontai i chilometri più duri, il monte della madonna, camminando, con mio fratello, che mi incoraggiava e che a un certo punto si cambiò e indossate scarpe e pantaloncini mi affiancò durante l’ultima salita lanciandomi poi in discesa verso il traguardo (3°, 3h 49’).
nel 2000 ancora un abbandono della corsa (la laurea, il lavoro, la casa, il matrimonio, un figlio) fino all’agosto del 2005.
nel 2007, quest’anno, sono tornato alla traversata.
emozionantissimo ho corso a più non posso, senza misura, senza testa. e anche in quest’occasione mi sono trovato solo e in crisi di fame. al 20° avevo avuto qualche segnale, ma l’ho ignorato, così che dal 25° non riuscivo più a correre, nemmeno in pianura. ho mangiato fette biscottate (per fortuna che c’era il tè per poterle ingerire!) e addirittura una pesantissima merendina, tipo saccottino, ripiena di crema al cioccolato (!). di qui la ripresa. nulla di straordinario o di epico, ma una buona salita (il famoso monte della madonna) e un buon recupero di altri atleti provati dalla fatica (almeno 4) sia in salita che in discesa. l’ultimo ce l’avevo nel mirino a 200-300 metri dal traguardo. l’avevo ormai raggiunto, mancavano sì e no 20 metri. andavo decisamente più veloce, ma a un certo punto, si gira e si mette a correre più in fretta che può: tranquillo non ti vengo a prendere non te lo meriteresti. e poi che me ne importa. quel che conta è passar sotto il traguardo, quest’anno con un sapore particolare quello di avere affrontato e vinto una crisi vera (il 10° posto conta molto meno).

curriculum>>>di corsa

_strada
maratona firenze (99) 2h43'08"
1/2 maratona pontelagoscuro-fe (99) 1h17'20"
corrida s.stefano cusignana-tv (07) 9,850km 36'26" (3'42"/km)

_trail
camignada 6 rifugi misurina-bl 30km (98) 3h15'30" 30°
traversata monte baldo vr-tn 38km (99) 3h19'27" 7°
traversata colli euganei teolo-pd (98) 3h49'21" 3°
tre comuni cison di valmarino-tv 26km (99) 2h14'17" 4°
ecomaratona dei cimbri fregona-tv (07) 4h45'02" 52°

traversata colli euganei teolo-pd (08) 4h21'00" 3°
lavaredo ultratrail misurina-bl (08) 7h50'02" 61°

_trail e sky in solitaria e non
kolbenspitze (la clava) 2.868m da ulfas 1.369m, D+1.499m
m.cesen 1.570m da s.vito 229m, D+1.341m
col de moi 1.358m da valmareno 209m, D+1.149
cima grappa 1.775m da mad.covolo 600m, D+ 1.175