domenica 26 ottobre 2008

coi bimbi... (2)

non è sempre vero che corsa e famiglia non vanno d'accordo.

certo, dipende. è successo anche a me di tirare troppo la corda, con mezze o intere giornate via per le mie lunghe corse. da cui musi lunghi e incomprensioni. nulla di speciale, ma una sensazione brutta che rimane dentro, sì, e che poi rovina l'esperienza vissuta.

però, non è sempre vero che corsa e famiglia non vanno d'accordo.

a volte si verificano situazioni felici, in cui tutto fila, riesce più facile e più sereno.
cioè, quel che è successo ieri, domenica 26 ottobre, splendida e mite giornata d'autunno sui colli euganei.

il cambio dell'ora, a vantaggio dei pigri, ci ha concesso un risveglio lento e rilassato, senza sveglia meccanica, semplicemente demandata al richiamo dei figli. una preparazione al rallentatore ci ha poi concesso di raggiungere la meta, passo delle Fiorine, col sole già alto e un bel po' di popolazione gitante ad abitare prati, boschi e sentieri.

ci si cambia e ci si attrezza. io in leggerezza con la sola borraccia (maniche corte e braghette, scarpe da trail, naturalmente), Selena con marsupio e zainetto, Vico... con tanta ma tanta voglia di aggredire il percorso.

- ciao, ciao, ci ritroviamo fra 2 ore. - e parto senza rimorsi.
scendo svelto a Sant'Antonio, poi da lì giù a balzelloni per le rocce assolate. poi alla cerca di nuove vie intorno e in cima all'Altore. e di nuovo a esplorare vigneti e boschi di roverella e castagno. e fra le foglie aguzze del pungitopo. poi su, verso la cima del Monte delle Madonna e poi ancora giù, a tornanti dolci, ma con traccia stretta e nervosa, dentro e fuori, ad assecondare la costa del colle. mi lancio a tutta, come mi ha insegnato Lucio. il ginocchio tace, e riassaporo la grinta della corsa dura, anche nelle rampe sassose, con le caviglie che sussultano ai salti spediti. un vero e proprio banchetto per un trailer a digiuno.
è ora di rientrare e risalgo il sentiero di Rovolon, che mi riporta al passo. pochi metri ancora e sono all'auto.
ma...

estraggo il cellulare, schiaccio sui tasti: - tuuut, tuuut -
- ciaaaaooo, stiamo ancora per strada, se vuoi venirci incontro... -, - arrivo! -.
eccoli! che terzetto, che quadro da immortalare. che facce, che sorrisi, hei!

io e Vico si corre, distanziamo la coppia di "caccole" (sic: ahimè, così le chiamiamo) e raggiunta la meta andiamo a buttarci nel prato.
epilogo: pic-nic con panini e frutta, distesi nel prato. non male, no?

1 commento:

krom ha detto...

leggo solo ora il tuo bel post. fantastico, mi immagino il colore degli euganei autunnali, mi immagino i viso sorridenti, accaldati e felici di tutti.
questa armonia è davvero magica quando la raggiungi, è l'equilibrio che tanto si insegue e basta un niente. :)

ciao matteo. in gamba!