vacanze di natale atipiche queste del 2007.
vacanze in cui non posso non pensare agli anni scorsi e a tutto quello che è successo.
vacanze felici ma in cui riaffiorano i ricordi e con essi il dolore.
vacanze trascorse in famiglia, ma senza mamma e papà.
vacanze diverse in cui vedo, sento, vivo tutto in maniera diversa.
vacanze senza indigestioni o inebriamenti, di festa pacata e misurata, goduta fra risotti e lessi, tagliatelle e arrosti, tortellini, cotechini, anatre e ossocolli, frutta secca, torrone, tiramisù e panettoni...
pochi pacchi, piccoli pensieri, per il piacere di stare insieme: cin-cin, prosit, cheers!
vacanze atipiche queste del 2007 in cui sono i chilometri a pesare sulle gambe ed è l'acido lattico a riversarsi copioso nel sangue...
vacanze di corse, tante e diverse. in collina, in montagna e in pianura, da solo e in compagnia, allenamenti e gare, i colli asolani, cima grappa, il mulino caberlotto, la corrida di santo stefano. chi più ne ha più ne metta.
sabato. se al mattino sono ancora a padova, nel primissimo pomeriggio, a cornuda, sono già pronto per correre e fischio - Fiiiu-Fiiiu - a roby per avvisarlo che sono arrivato. ma apre lucio e vista la mia faccia scoppia a ridere: "ci sei rimasto male?". "male no, sorpreso sì però".
partiamo, in tre, attraversando cornuda e ripercorrendo i primi tratti della 'due rocche' [1], saliamo il monte sulder, poi il collalto e il mostaccin nei 'soliti' boschi meravigliosi guardando i 'soliti' panorami incantevoli: la pianura e il piave, le colline e le montagne (leggermente offuscate da un'aria un po' umida che preannuncia l'incrinarsi del tempo). strappiamo in salita, tanto che in cima ci arrivo con smorfie tragiche, e allunghiamo in discesa, dove cerco di non ammazzarmi inseguendo quel capriolo di lucio che scivola leggero, come il vento, tra le foglie. su e giù per le colline, su e giù, ne perdo il conto, bivi e zig-zag, perdo la bussola, non so più dove siamo[2,3,a,4,b]. dentro una grotta scavata dai soldati, ci infiliamo in un tunnel fino a una bocca minuta che guarda a valle: il piave (5,c). su e giù, su e giù. e lucio che ci incita a spingere e ad aumentare. finalmente in rocca, quella di cornuda [6,7]. l'ultimo sguardo a valle e l'ultimo aneddoto della giornata: il rovere secolare dove è apparsa la madonna [8]. l'ultimo allungo e l'allenamento con il campione è terminato. indugio a rientrare bevendo sali e perdendomi in chiacchiere. con le gambe esauste riassaporo il gusto di un allenamento a tutta come quelli di anni fa con il 'barc' e i 'fioi' sugli argini del bac-bach-bacchiglione.
lunedì. il cielo è grigio, gonfio d'acqua ma, clemente e non piove. passiamo per cornuda a recuperare roby e checo, poi con due auto ci dirigiamo a crespano del grappa fin su alla madonna del covolo [9,10,11].
parcheggiate le auto, salutiamo selena e vico e il nonno. loro vanno a passeggio noi su per la ‘direttissima’. dopo una prima rampa erta di strada con i muscoli ancora freddi e indolenziti, finalmente il sentiero, stretto, si infila nel bosco e inizia a salire con mille tornantini la ripida e scoscesa parete sud.
ciascuno col proprio passo si suda arrancando fra le radici e i massi umidicci e scivolosi. un escursionista mi raccomanda attenzione “oggi si scivola”. “sì, sì, me n’ero accorto”.
fuori dal bosco si calca la poca neve scricchiolante caduta durante la notte – cric, croc – che però salendo aumenta sommandosi a quella della settimana scorsa. la pendenza cala e per prati innevati ed ecco il rifugio treviso. qui ci si aspetta e poi, tutti insieme, saliamo alla cima, all’ossario, che è luogo sacro e di morte, di retorica e di stupidità [12].
nebbia dappertutto, non si vede nulla. scendiamo la gradinata innevata in un’atmosfera da sogno. fra due ali di steli monumentali che ci accompagnano alla chiesetta dov’è la madonna con il piede rotto da una bomba [13]. con una breve deviazione raggiungiamo il monumento al partigiano – mozzafiato – di bepi davanzo (architetto), augusto murer (scultore), andrea zonzotto (poeta) [14,15].
in discesa prendiamo la mulattiera, “più chiacchierabile” dice roby (!), poi molliamo i freni e giù in picchiata con le gambe che si incalcano, i muscoli che si macinano e si frollano per bene.
martedì
si corre anche a natale. e che sia natale me lo ricorda una ragazzina in bici, flesciata (?) che incrociandomi mi urla “auguri” e io “sì, grazie, anche a te” ma così sottovoce che quasi non lo sento neanche io.
è una corsa rilassata con una meta sì, ma senza impegno, così per fare, e per sciogliere – speravo – le gambe.
l’aria è fresca ma il sole scalda e fa sudare. ricalco gran parte della maratonina di musano aggirandomi per stradine nei campi della piatta e magra campagna di trevignano. al mulino si gira verso sud e si inizia a rientrare, per campi e ‘prai’ [16, 17]. poi per strade lunghe e monotone con il fuoco fisso sul campanile “con cupola a cipolla”, quello che, come ricorda spesso ludovico, “l’ha fatto il papà del nonno” [18].
mercoledì
non so quanti gradi sottozero, ma fa freddo, un freddo vero. il sole è ancora basso tanto da sfiorare appena il terreno senza però rischiararlo. è un gelido santo stefano. in coda per l’iscrizione si perde la pazienza per i vuoti vistosi dell’organizzazione. ma ecco checo “anche tu qui?”. poi all’auto per cambiarmi e andare a questua di uno spillo – per una volta che me li dimentico - sic, uno di numero e con quello mi appendo pettorale e cartoncino. un unico spillo in alto al centro confidando nell’aiuto dell’aria per tenerlo disteso e aderente al corpo.
corricchio su e giù con le gambe di legno e, a meno cinque minuti dalla partenza, mi imbuco per un goccio di pipì - eh sì sono un emotivo!
ecco roby e così fra le chiacchiere sfumano gli ultimi minuti e l’occasione di un riscaldamento adeguato. sono già tutti accalcati alla linea di partenza e noi ci infiliamo di lato proprio sul ciglio del fosso più o meno in quarta fila. roby non è convinto ma io mi colloco deciso seppure un po’ preoccupato prevedendo una partenza da paura.
e così è - Pum – lo sparo - via sul ciglio strada facendo lo slalom fra i corridori e, dopo forse trenta secondi, il primo giro di boa intorno a tre bidoni di lamiera. un ‘inversione a U nello spazio di pochi metri. appena dietro di me vanno a sbatterci contro – Sbum, Sbam.
comunque sia, siamo partiti. e ora si tratta di correre e basta per sei giri di questo circuito stretto e nervoso, senza riferimenti chilometrici, a sensazione, per un totale di 9,85 km. a tutta, almeno rispetto alle mie possibilità attuali e al sovraccarico dei giorni scorsi. mi difendo senza brillare e con l’impressione di non essere riuscito a dare tutto al quarto e al quinto giro. ma va bene così, anzi molto bene, al traguardo il cronometro segna 36’26” per una media di 3’42”min/km, la mia velocità più alta, quest’anno. sono soddisfatto.
mi fermo a guardare le altre gare. ora il sole è caldo ed è così bello vedere correre i ragazzini... [19].
ma le vacanze continuano e le corse pure.
vacanze in cui non posso non pensare agli anni scorsi e a tutto quello che è successo.
vacanze felici ma in cui riaffiorano i ricordi e con essi il dolore.
vacanze trascorse in famiglia, ma senza mamma e papà.
vacanze diverse in cui vedo, sento, vivo tutto in maniera diversa.
vacanze senza indigestioni o inebriamenti, di festa pacata e misurata, goduta fra risotti e lessi, tagliatelle e arrosti, tortellini, cotechini, anatre e ossocolli, frutta secca, torrone, tiramisù e panettoni...
pochi pacchi, piccoli pensieri, per il piacere di stare insieme: cin-cin, prosit, cheers!
vacanze atipiche queste del 2007 in cui sono i chilometri a pesare sulle gambe ed è l'acido lattico a riversarsi copioso nel sangue...
vacanze di corse, tante e diverse. in collina, in montagna e in pianura, da solo e in compagnia, allenamenti e gare, i colli asolani, cima grappa, il mulino caberlotto, la corrida di santo stefano. chi più ne ha più ne metta.
sabato. se al mattino sono ancora a padova, nel primissimo pomeriggio, a cornuda, sono già pronto per correre e fischio - Fiiiu-Fiiiu - a roby per avvisarlo che sono arrivato. ma apre lucio e vista la mia faccia scoppia a ridere: "ci sei rimasto male?". "male no, sorpreso sì però".
partiamo, in tre, attraversando cornuda e ripercorrendo i primi tratti della 'due rocche' [1], saliamo il monte sulder, poi il collalto e il mostaccin nei 'soliti' boschi meravigliosi guardando i 'soliti' panorami incantevoli: la pianura e il piave, le colline e le montagne (leggermente offuscate da un'aria un po' umida che preannuncia l'incrinarsi del tempo). strappiamo in salita, tanto che in cima ci arrivo con smorfie tragiche, e allunghiamo in discesa, dove cerco di non ammazzarmi inseguendo quel capriolo di lucio che scivola leggero, come il vento, tra le foglie. su e giù per le colline, su e giù, ne perdo il conto, bivi e zig-zag, perdo la bussola, non so più dove siamo[2,3,a,4,b]. dentro una grotta scavata dai soldati, ci infiliamo in un tunnel fino a una bocca minuta che guarda a valle: il piave (5,c). su e giù, su e giù. e lucio che ci incita a spingere e ad aumentare. finalmente in rocca, quella di cornuda [6,7]. l'ultimo sguardo a valle e l'ultimo aneddoto della giornata: il rovere secolare dove è apparsa la madonna [8]. l'ultimo allungo e l'allenamento con il campione è terminato. indugio a rientrare bevendo sali e perdendomi in chiacchiere. con le gambe esauste riassaporo il gusto di un allenamento a tutta come quelli di anni fa con il 'barc' e i 'fioi' sugli argini del bac-bach-bacchiglione.
lunedì. il cielo è grigio, gonfio d'acqua ma, clemente e non piove. passiamo per cornuda a recuperare roby e checo, poi con due auto ci dirigiamo a crespano del grappa fin su alla madonna del covolo [9,10,11].
parcheggiate le auto, salutiamo selena e vico e il nonno. loro vanno a passeggio noi su per la ‘direttissima’. dopo una prima rampa erta di strada con i muscoli ancora freddi e indolenziti, finalmente il sentiero, stretto, si infila nel bosco e inizia a salire con mille tornantini la ripida e scoscesa parete sud.
ciascuno col proprio passo si suda arrancando fra le radici e i massi umidicci e scivolosi. un escursionista mi raccomanda attenzione “oggi si scivola”. “sì, sì, me n’ero accorto”.
fuori dal bosco si calca la poca neve scricchiolante caduta durante la notte – cric, croc – che però salendo aumenta sommandosi a quella della settimana scorsa. la pendenza cala e per prati innevati ed ecco il rifugio treviso. qui ci si aspetta e poi, tutti insieme, saliamo alla cima, all’ossario, che è luogo sacro e di morte, di retorica e di stupidità [12].
nebbia dappertutto, non si vede nulla. scendiamo la gradinata innevata in un’atmosfera da sogno. fra due ali di steli monumentali che ci accompagnano alla chiesetta dov’è la madonna con il piede rotto da una bomba [13]. con una breve deviazione raggiungiamo il monumento al partigiano – mozzafiato – di bepi davanzo (architetto), augusto murer (scultore), andrea zonzotto (poeta) [14,15].
in discesa prendiamo la mulattiera, “più chiacchierabile” dice roby (!), poi molliamo i freni e giù in picchiata con le gambe che si incalcano, i muscoli che si macinano e si frollano per bene.
martedì
si corre anche a natale. e che sia natale me lo ricorda una ragazzina in bici, flesciata (?) che incrociandomi mi urla “auguri” e io “sì, grazie, anche a te” ma così sottovoce che quasi non lo sento neanche io.
è una corsa rilassata con una meta sì, ma senza impegno, così per fare, e per sciogliere – speravo – le gambe.
l’aria è fresca ma il sole scalda e fa sudare. ricalco gran parte della maratonina di musano aggirandomi per stradine nei campi della piatta e magra campagna di trevignano. al mulino si gira verso sud e si inizia a rientrare, per campi e ‘prai’ [16, 17]. poi per strade lunghe e monotone con il fuoco fisso sul campanile “con cupola a cipolla”, quello che, come ricorda spesso ludovico, “l’ha fatto il papà del nonno” [18].
mercoledì
non so quanti gradi sottozero, ma fa freddo, un freddo vero. il sole è ancora basso tanto da sfiorare appena il terreno senza però rischiararlo. è un gelido santo stefano. in coda per l’iscrizione si perde la pazienza per i vuoti vistosi dell’organizzazione. ma ecco checo “anche tu qui?”. poi all’auto per cambiarmi e andare a questua di uno spillo – per una volta che me li dimentico - sic, uno di numero e con quello mi appendo pettorale e cartoncino. un unico spillo in alto al centro confidando nell’aiuto dell’aria per tenerlo disteso e aderente al corpo.
corricchio su e giù con le gambe di legno e, a meno cinque minuti dalla partenza, mi imbuco per un goccio di pipì - eh sì sono un emotivo!
ecco roby e così fra le chiacchiere sfumano gli ultimi minuti e l’occasione di un riscaldamento adeguato. sono già tutti accalcati alla linea di partenza e noi ci infiliamo di lato proprio sul ciglio del fosso più o meno in quarta fila. roby non è convinto ma io mi colloco deciso seppure un po’ preoccupato prevedendo una partenza da paura.
e così è - Pum – lo sparo - via sul ciglio strada facendo lo slalom fra i corridori e, dopo forse trenta secondi, il primo giro di boa intorno a tre bidoni di lamiera. un ‘inversione a U nello spazio di pochi metri. appena dietro di me vanno a sbatterci contro – Sbum, Sbam.
comunque sia, siamo partiti. e ora si tratta di correre e basta per sei giri di questo circuito stretto e nervoso, senza riferimenti chilometrici, a sensazione, per un totale di 9,85 km. a tutta, almeno rispetto alle mie possibilità attuali e al sovraccarico dei giorni scorsi. mi difendo senza brillare e con l’impressione di non essere riuscito a dare tutto al quarto e al quinto giro. ma va bene così, anzi molto bene, al traguardo il cronometro segna 36’26” per una media di 3’42”min/km, la mia velocità più alta, quest’anno. sono soddisfatto.
mi fermo a guardare le altre gare. ora il sole è caldo ed è così bello vedere correre i ragazzini... [19].
ma le vacanze continuano e le corse pure.
5 commenti:
Complimenti per la gara, è stata comunque la più veloce dell'anno, buon auspicio per il prossimo; auguroni x fine anno Emme!
ciao emme, se vuoi "pesca" dal mio blog il racconto del Cro 2007 x i Racconti di Corsa, davvero una bella idea. (http://rickyrunning.blogspot.com/2007/12/2-giugno-2007-grand-raid-du-cro-magnon.html). Speriamo che nel 2008 vada meglio!
Presto i racconti di Gran Trail Valdigne e Porte di Pietra.
Ciao e Buon Anno!
Buon 2008 Emme ;)
lo leggo adesso dopo la vacanza dalla rete (ogni tanto ci vuole). bel post! auguri in ritardo per l'anno che è venuto!
ciao emme quando durante l'allenamento sei passato difianco al rovere secolare ai visto la madonna anche tu.!! e li ti a detto corri che vai da "DIO" ,e per questo che la gara fatta qualche giorno dopo sei andato ai 3,42 ..!!!!!!!!
bello fare le ferie cosi.........
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