giovedì 9 aprile 2009

TCE - Traversata dei Colli Euganei - 5 aprile 2009 - parte III "il Racconto"

non saprei proprio da dove iniziare.

forse dal giorno prima, su e giù per i monti della Madonna e del Grande, sotto la pioggerellina fina delle 7 del mattino, ancora un po' buio, nel silenzio totale di uomini e motori, ma con un gran baccano di uccelli vivaci e chiacchieroni. e l'aria pesante, umida, con odori intensi, profumi di fiori e di fango. Tanto fango per terra e acqua che scorre a rivoli giù per la traccia dei sentieri. L'emozione e perché no quel po' di tensione per la tracciatura corretta del percorso: "un nastro qua sì che ci vuole, uno anche qua... dunque quando si sale si vede prima quel ramo, allora ne metto uno anche lì" eccetera. Le frecce tracciate con lo spray sull'asfalto bagnato e la sorpresa frammista a bestemmie nell'attimo in cui allo strattone per estrarre il nastro dallo zaino non s'è opposta resistenza: "cazzo è finito". La discesa a Teolo e la ricerca presso i pochi manovali al lavoro, ma niente "mi tocca tornare all'auto e andare in cerca di una ferramenta".
La ripartenza dalle Fiornie, col sole che spunta e l'aria che si fa via via più fresca e leggera.
Gli ultimi metri per il Groppetto e la svolta della chiesa, poi una banana sbranata al parcheggio e il pranzo veloce ma sostanzioso con mezzo pacco di pasta solo per me. wow!

o forse dovrei cominciare dall'arrivo di cristina e simone, compagni d'avventura di spiritotrail, o dal sopralluogo a Villa con il piacevolissimo incontro dei "mitici" Evelina e Fernando. o dalla cena - mamma mia che abbuffata, roba da stendere un camionista - a casa di Davide >sacco< face="Courier New">
no, no, sicuramente un racconto ben fatto dovrebbe comprendere tutto ciò che sta a monte. i mesi passati, le molte riunioni con gli amici della Giovane Montagna, le difficoltà affrontate e risolte, le piccole soddisfazione nel vedere che tanto impegno nella promozione ha portato i suoi frutti.

macché, ora cancello tutto e riparto da zero. descrivo le sensazioni di corsa. la preparazione che cresce, il ritmo nelle gambe e nella testa, i record sui percorsi d'allenamento. ma dovrei anche rendere conto di quei dolorini alle gambe, come piccoli crampi, e delle dosi massicce di noci e banane e dei massaggi miracolosi con la crema per gambe di donna. per non tralasciare infine la stanchezza del mattino alle 5 e quaranta quando sceso dal letto sento i glutei un bel po' indolenziti e penso "ma chi me l'ha fatto fare di andare a balissare il percorso?".

anzi no! è meglio partire dall'incontro coi cari amici cip e ciop, ops. Gabriele e Roberto, dalle solite quattro monade davanti alle auto e poi via, con calma, verso Villa di Teolo. e già che ci sono, a ben pensarci, potrei raccontare degli incontri e dei re-incontri durante il pre gara. mmmhh, no. impossibile, sono troppi. allora, fra tutti, potrei scegliere quei brevi frammenti trascorsi col >cesta<, Daniele, emozionato come me, se non di più: per lui era la prima volta, per me è sempre come se lo fosse. faccia al muro di pietra, affiancati, lo estraiamo dalle braghette e facciamo pipì.

sì è vero sono tante le cose, sin troppe, che sono successe.
e allora via con la corsa alle otto e zero zero. via come schegge nei primi metri d'asfalto per non rimanere intruppati, via nel primo budello fangoso col primo concorrente, Loris Fanton, già bello lontano. via sulle prime salite dove mi passa come una locomotiva il potente Mirko Righele, via con allunghi leggeri nei boschi e correre i 42 chilometri (40 per l'esattezza) da solo, sempre, solo.
questa sì che è nuova, in tanti anni non mi era mai accaduto. ogni tanto alle spalle, a qualche centinaio di metri due punti colorati: uno arancione e uno nero.
poi al 28° all'ennesima curva secca me li vedo quasi di fianco, a pochi metri, i due inseguitori. Beppe e Roberto, e di lì a poco Beppe mi passa e se ne va. Roberto invece non c'è più e così, sempre e comunque da solo concludo la corsa. un po' rallentato. con impegno sì, ma senza strafare. e dopo l'ultima salita, com'è noto, c'è l'ultima discesa, l'ultimo chilometro, l'ultima curva e...: Selena, Vico e Viola!
"eccolo che arriva", e io: "ciao piccoli". poi Ludovico che mi affianca e mi supera, parandomisi davanti (che agonista). poi però è troppo lunga fino all'arrivo e si ferma per il troppo sforzo. "torno subito", e così ho fatto: tempo di andare a registrami all'arrivo e ritorno indietro per via Groppetto dove raggiungo di nuovo Ludovico e così corriamo assieme gli ultimi metri fino al traguardo.

mi sa che è questo il momento più bello.
per la prima volta i miei bimbi ad aspettarmi all'arrivo: un passaggio di testimone ideale fra il passato e il futuro, uno sguardo in avanti, un messaggio di speranza che mi dà gioia.


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per la cronaca:
4° classificato, col tempo ufficioso di 4h 03' 09"

un po' di foto:
daniele coco >lele< ...
francesco zanchetta >checo< ...
morosa di >sacco75< ...
rossano santi GM-Pd ...


3 commenti:

Anonimo ha detto...

E' sembre bello leggere i tuoi racconti, ancora di più oggi che so cosa vuol dire correre la TCE e soprattutto che capisco quando c'è la tua famiglia ad aspettarti all'arrivo.
Ciao e grazie ancora di tutto, Alessandro (ST - Bono)

sacco75 ha detto...

Come sempre un resoconto molto bello....sono sicuro che come me un anno fa qualcun altro lo leggerà e l'anno prox non mancherà alla TCE 2010.
Bravo m

Anonimo ha detto...

bello matteo, davvero!