sabato 30 agosto 2008

V I O L A ! ! ! e ccc, e utmb...

ricordo ancora il 9 gennaio. adrenalina pura e tensione muscolare al 100%! per una "semplice" iscrizione, alla CCC: un piccolo, grande sogno, nato insieme a roby e a giorgio da cornuda. passano però pochi giorni e selena, mia moglie, si fa sempre più nervosa, scontrosa e distratta. forse l'ho trascurata, forse le parlo troppo delle mie corse? macché, è incinta!!! faccio, facciamo 2 conti al volo. "ma sì dai, alla CCC ci vai lo stesso" dice lei. poi i vari esami... e ai primi di febbraio, con le orecchie basse, confesso a roby: "mi sa che forse...".

oggi, 29 agosto è il grande giorno: partono la CCC e l'UTMB.
dopo un'ora e mezza di lotta con ludovico, sul lettone, tornata selena dall'ospedale per gli esami di rito, vado in studio. è tardi e ho poco o nulla da fare, ma soprattutto non ci sono con la testa: penso a roby che sta per partire, anzi, è partito. allora mi connetto al sito e seguo "live" i suoi passaggi e quelli degli altri amici conosciuti su ST.
passa la mattina, e sono le due passate quando entro in casa e vedo selena stesa, con una strana faccia. la devo accompagnare a prenotare il cesareo, ma... " è meglio che prendi su la borsa, non si sa mai!". parcheggiamo il bimbo da un'amica e tempo 10 minuti siamo all'ospedale. tempo di capire dove andare e il mal di pancia si trasforma in contrazioni, ogni 8', ogni 7', ogni 5'... non entro nei dettagli ma, ci dicono, si sta preparando al parto. via d'urgenza allora e, tempo di fare 2 telefonate e 3-4 sms... sento una voce. "chi è il papà di VIOLA?" "eccomi", faccio io. me la ritrovo in braccio, la guardo e ripenso subito a quell'sms che ho ricevuto in mattinata: "...SE LA SCODELLA IN QUESTI GIORNI SARA' SICURAMENTE UNA GRANDE ULTRATRAILER", scritto da un amico in partenza per l'UTMB. allora il mio pensiero va a lui, gabriele "mudanda", ma anche a roby e a giorgio, a giovanni, a roberto, a luciano, a stefano, a cristiano, ad andrea, a roberta, a maurizio... a tutti gli amici, che sono impegnati nella loro piccola, o grande, avventura: CCC, UTMB.
io ho V I O L A, grazie.

martedì 26 agosto 2008

refrontolo (tv), marcia del molinetto della croda

domenica a refrontolo è stata un'esperienza indimenticabile.
ho accompagnato Ludovico, mio figlio di tre, quasi 4, anni. abbiamo corso tutto il tempo tenendoci per mano affrontando strade e sentieri, salite, discese e anche un bel po' di fango.
è stato bravissimo, anche se è arrivato stremato in 1 ora e mezza.
alla vista dell'arrivo abbiamo esultato con le braccia al cielo... (come non avevo mai fatto!).

il luogo:
http://www.tragol.it/MULINO/molinetto.htm
http://www.magicoveneto.it/Trevisan/Feletto/Refrontolo_Molinetto-della-Croda-1.htm
http://www.molinettodellacroda.it/

giovedì 21 agosto 2008

isolata e dimenticata dagli uomini la valle di san martino...


(c) sergio gentilin - magicoveneto

isolata e dimenticata dagli uomini la valle di San Martino mi si offre selvaggia a poche ore dal ferragosto febbrile delle vacanze e lo svago a tutti i costi.

il cielo grigio è alto e le montagne scure quando decido di calzare le scarpe e indossare lo zaino per questa piccola grande avventura sulle Vette Feltrine.

a dodici anni di distanza ripercorro la strada sterrata che da Vignui (Feltre, Bl) si addentra nella gola accompagnato come allora dal crescente rimbombo del torrente e, in poco meno di 30', raggiungo la vecchia fornace, dove finalmente comincia il sentiero che si addentra nel bosco di faggi.

la salita ha pendenze normali ma è lungo, lungo e lungo, tanto che alla corsa alterno tratti di camminata, per riposare i muscoli e i tendini ancor poco allenati. ogni tanto spiana e allora rilancio la corsa almeno per un po'. vado avanti così per un'ora abbondante, 1 e mezza dalla partenza, quando raggiungo la forcella.

un piccolo break, qualche albicocca secca, parecchie sorsate d'acqua e riparto in salita per raggiungere e superare quota 2000.
vengo raggiunto dalle nuvole grigie, che risalgono anche loro la valle. mi avvolgono e le gocce di sudore cominciano a raffreddarsi sulla pelle nuda. ma mi basta il sapere che nello zaino ho indumenti pesanti, per farmi sentire più sicuro e, quasi quasi, anche più caldo. poco più avanti intravvedo il pallore tiepido del sole. e allora è la volta del cielo blu e delle ombre nette a far risaltare la bellezza del circo glaciale che sto attraversando. corro sui massi levigati dai secoli, poi scavalco una sella e mi affaccio sull'altro versante. un sentiero nel verde pendio che strapiomba sulla val Noana e da cui si dilata il panorama del Primiero.

riscavalco la cresta ed eccomi nella piazza del Diavolo, luogo incantato, riserva naturale integrale che custodisce gelosamente rarità botaniche e faunistiche, specie endemiche...

l'orologio segna 3 ore dalla partenza quando raggiungo il passo di Pietena e il sentiero che scende lungo l'omonima Busa per ritornare alla Fornace e quindi a Vignui.
un po' provato mi lancio in discesa ma... non è che si corra un granché. meglio, così osservo un falco che, immobile in cielo, è pronto a cacciare. ad un tratto m'accorgo di un movimento sulla collina davanti a me. un camoscio! no, due, anzi tre, un branco. li conto e li riconto: 13. mi avvicino in favore di vento e loro non scappano. siamo a poche decine di metri ormai. poi l'ultimo della fila, quello più vicino a me, fischia (col naso) gli altri se ne vanno, ma lui no, sta lì a scrutare miope nella mia direzione. un altro fischio, alle mie spalle, dall'altra collina morenica, me ne fa scoprire altri tre. ora capisco, ho spezzato il branco e adesso si stanno comunicando la mia presenza. allora procedo per lasciarli in pace. riprendo a scendere lungo lo Scalone roccioso lambito dai veli d'acqua. poi è la volta del bosco e i 1600 metri di dislivello iniziano a farsi sentire come morse sui quadricipiti.

ormai sono in fondo quando attraverso un soffice tappeto di aghi e sento spezzarsi un ramo davanti a me. alzo lo sguardo e vedo corna da maschio poi, il muso e il resto del corpo. ma con una manovra repentina il capriolo si gira e se ne va.

non mi resta che attraversare il torrente e rientrare con calma lungo la strada sterrata. faccio per bere ma l'acqua è finita (due litri e per fortuna che non era una giornata calda).

raggiungo l'auto dopo 4 ore e mezza dalla partenza. apro il baule, estraggo la borraccia coi sali. mi lascio andare sulla panchina di legno e a grandi sorsate me l'assaporo. e penso: che giro!

giovedì 7 agosto 2008

Non è come correre, ma...


Sono passati 16 anni dall’ultima volta che ho inforcato una bici con intenti sportivi. Era il ‘92, fine giugno o primi di luglio, non ricordo, ma mancavano pochi giorni all’esame di maturità, quando mio fratello Cristiano mi proponeva un giretto tranquillo, tanto per rilassarsi.
Chiudo gli occhi e rivedo, come in un video, le immagini di quel pomeriggio. Noi due appaiati, su bici rosse, nella stretta via che si infila nei campi di mais. La salita in ombra e i saltelli leggeri sui duri pedali. Il lancio in discesa. Il tachimetro che segna 80. Poi un tocco di freni troppo deciso e la ruota posteriore che sbanda a destra. Una serie infinita di manovre per correggere a sinistra, a destra, a sinistra, a destra, a sinistra... e quando pare di aver ripreso il controllo. SBAM, la bici si incaglia e si ferma sul gard-rail io volo, volteggio e atterro di schiena sulla riva pietrosa. Un breve black-out. Sto bene, solo un rivolo di sangue che scende sul vi...
Da allora la bici è stata un semplice mezzo di trasporto, per gli spostamenti in città.
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Chi mi conosce, o chi legge questo blog, sa dei miei problemi al ginocchio destro, iniziati più di due mesi fa e che in queste ultime settimane ho tentato di curare con il laser, con la magnetoterapia e con le pazienti cure di Mirco, ottimo fisioterapista.
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Quando cammino è ok. Anche quando salgo e scendo le scale non fa male. Ma ogni tanto si fa sentire un po’ legato e qualche breve fitta. Insomma, non è del tutto a posto e ho una paura tremenda di riprendere a correre, temo di risentirlo dolere, tale e quale a prima.
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Una decisione fulminea, istintiva, passionale. Un salto in negozio e..., ed eccomi in sella a una bici nuova di zecca, bellissima seppure modello base. Bici da lunga distanza è definita, ideale per macinare chilometri lungo le strade sterrate e i numerosi argini che caratterizzano il territorio patavino.
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Ore 7e 30 circa, si chiude alle mie spalle il cancelletto di casa e il ciclocomputer inizia a registrare i primi numeri destinati a crescere.
In breve raggiungo il Brenta percorrendo a ritroso uno dei miei sentieri di corsa, monto sull’argine destro, quello più selvaggio, in direzione nordovest, destinazione Limena.
Da lì poi seguo il corso della Bretella, canale che collega il Brenta al Bacchiglione, i due fiumi nel cui mezzo sorge Padova.
Poi il Bacchiglione e giunto al Bassanello piego a est e nordest lungo i canali Scaricatore e San Gregorio, poi il Piovego, canale veneziano che puntando verso est mi riporta sul Brenta, a Noventana, dove piego a occidente per ritornare verso Cadoneghe e quindi a casa. Ma scorrendo gagliardo sotto il ponte autostradale incappo forse in qualcosa di affilato e in pochi secondi mi ritrovo a piedi. ...
Chiudo gli occhi e sento risuonare la mia voce “dunque,Bici, portaborraccia e ciclocomputer. Sono a posto o mi serve dell’altro?” e il commesso "no, ha tutto”. “Sto c...o - penso - una camera d’aria e gli strumenti per montarla!!!”.
Vabbe’, rientro a piedi, 50 km circa, un bel giro.
Non è come correre, ma ci si diverte!